Ha fatto molto discutere la recente indiscrezione riguardante il piano B del Governo per affrontare e risolvere le criticità dell'adeguamento all'aspettativa di vita. Secondo le ultime informazioni, l'aumento automatico di cinque mensilità per la maturazione della pensione a partire dal prossimo primo gennaio 2019 avverrà secondo programma, ma con alcune eccezioni. I tecnici starebbero infatti studiando delle possibili "esenzioni" in favore di chi ha svolto lavori particolarmente gravosi o pesanti. Per cercare di capire meglio la situazione abbiamo fatto il punto in merito alle possibili categorie alle quali il Governo sembra voler garantire uno sconto rispetto ai recenti dati Istat.

Pensioni e aspettativa di vita: le categorie soggette a tutela

Stante la situazione appena descritta, vediamo insieme le categorie interessate dal piano di tutela in corso di preparazione:

  • Maestre di asilo nido e di scuola dell'infanzia (conosciuta in passato come scuola materna). Si tratta di una professione prevalentemente femminile e di un'attività gravosa perché con tutta evidenza diventa difficile riuscire a seguire una classe di bambini in età avanzata.
  • Infermieri e ostetriche, ma solo se svolgono turni di notte. La questione rischia però di scontentare molti lavoratori del settore, visto che la categoria affronta quotidianamente situazioni difficili indipendentemente dalla fascia oraria di lavoro, seppure il lavoro notturno risulti maggiormente usurante.
  • Macchinisti ferroviari, una figura professionale che risulta delicata sia per l'elevata attenzione richiesta, sia per la delicatezza della mansione e la responsabilità nei confronti dei passeggeri.
  • Camionisti, un lavoro che porta milioni di autisti a percorrere quotidianamente le strade italiane con mezzi pesanti ed in qualsiasi condizione di traffico e meteorologica.
  • Gruisti. Si tratta del personale addetto alla conduzione delle gru a torre, impiegate usualmente in edilizia. Oppure in mezzi similari, ad esempio le gru posizionate sopra gli autocarri.
  • Muratori. Lavorare nel settore delle costruzioni espone ad attività gravose, rischiose ed usuranti. Si pensi a chi è costretto a rimanere su di un'impalcatura dopo i 60 anni.
  • Facchini, cioè personale destinato a movimentare merci, oppure materiali da lavoro.
  • Badanti, ma solo se hanno assistito persone non autosufficienti. Il numero complessivo di badanti e colf in Italia si avvicina al milione, ma solo una parte assiste individui con le caratteristiche utili da consentire al lavoratore di evitare l'adeguamento all'aspettativa di vita.
  • Addetti alle pulizie. In questo caso si parla di persone che spesso risultano assunti da agenzie o cooperative in subappalto.
  • Personale addetto alla raccolta dei rifiuti, ma anche allo spazzamento ed alla pulizia delle strade. Si tratta di attività gravose giudicate incompatibili con l'aumento dei requisiti da maturare per il pensionamento.
  • Conciatori di pelle, ovvero gli artigiani che lavorano con la pelle grezze al fine di renderla lavorabile e utilizzabile per prodotti legati all'abbigliamento ed alla moda.

AdV e Piano B: i dubbi e le critiche sulla misura

La notizia di un possibile congelamento dell'aspettativa di vita solo per alcune categorie di lavoratori è stata accolta da molti dei lettori della nostra pagina Facebook "Riforma Pensioni e lavoro" e della nostra rubrica "Parola ai Comitati" con una generalizzata perplessità.

La critica principale arriva chiaramente da chi risulta escluso, nonostante svolga attività molto simili a quelle presenti nell'elenco. Il rischio è infatti quello di creare ingiuste discriminazioni, stante che in molti casi diventa difficile capire la reale differenza tra una situazione di inclusione ed una di esclusione dal provvedimento.

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