Le ultime novità al 13 novembre 2017 sulle pensioni precoci e Opzione Donna vertono intorno all'importante e atteso incontro che si terrà oggi tra il Governo ed il sindacato. Ma questa volta dinanzi a Palazzo Chigi non vi saranno i precoci, come sempre presenti e desiderosi di confrontarsi con i sindacati all'uscita del meeting: la loro, ci fanno sapere, è una protesta nei confronti di chi a loro avviso non è stato in grado di rappresentarli a sufficienza. Altrettanto deluse le donne, iscritte al gruppo facebook 'opzione donna proroga al 2018' che l'8/11 sono scese in piazza Montecitorio per chiedere a gran voce i dati del contatore e la proroga della legge 243/2004.

Anche Orietta Armiliato, fondatrice del Comitato Opzione Donna Social, nel corso della manifestazione ha chiesto all'onorevole Rizzetto di interrogare Poletti sui dati del Contatore. I dettagli al 13/11/20217.

Pensioni precoci 2017, i lavoratori in protesta contro il Sindacato

Alfiere De Angelis, moderatore del gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti', con cui ci siamo confrontati, ci ha chiesto di pubblicare il suo pensiero come portavoce di tutti gli iscritti: "Contrariamente a quanto fatto fino ad oggi, oggi non saremo presenti con nessun presidio a Palazzo Chigi, durante l'incontro governo-sindacati. Il motivo sta nel fatto che non possiamo accettare che il sindacato chieda soltanto di ampliare la platea su chi potrà usufruire dell'aspettativa di vita.

Questo ennesimo 'spezzatino' che il Governo vuole mettere in atto non è quello che i lavoratori precoci in primis, ma i lavoratori tutti chiedono. Noi chiediamo che l'aspettativa venga bloccata. Questo è un punto fermo a cui non possiamo rinunciare.

Riforma pensioni 2017: i precoci certi 'basterebbe dividere previdenza da assistenza'

Poi prosegue "Continuano a raccontarci che non ci sono i soldi necesari per fare ciò. Questa ennesima bugia va smascherata. I soldi ci sono e in abbondanza, soltanto se si dividesse la previdenza dall'assistenza. Vorrei ricordare che l'acronimo INPS, sta per "Istituto Nazionale della previdenza Sociale' non mi sembra compaia la parola assistenza sociale.

Se venisse fatto questo, il sistema pensionistico in Italia sarebbe in linea con la media europea. Leggermente peggio della Germania, ma nettamente meglio della Francia. Allora mi chiedo, perché il sindacato non si oppone a tutto ciò, perché non indice uno sciopero generale, piuttosto che manifestazioni 'condominiali' davanti alle prefetture. Quello che mi lascia basito è che per noi la vita lavorativa si allunga per avere un assegno pensionistico da fame, mentre per i parlamentari il vitalizio aumenta con l'aumentare delle legislature. Leggo da Wikipedia: 'il vitalizio parlamentare è giuridicamente distinto dall'istituto della pensione propriamente detta: ciò perché l'attività politica non è lavorativa, dunque non ricade nella disciplina del diritto del lavoro'.

Fatto sta che il loro vitalizio aumenta con l'aumento del numero delle legislature. Dopo 4 anni 6 mesi e un giorno, loro percepiscono un vitalizio di circa 1600 euro al sessantacinquesimo anno di età se portano a compimento due legislature, quindi nove anni, l'assegno raddoppia, mentre l'età scende a sessanta anni. Questo i sindacati lo sanno o no, questa per loro è giustizia sociale o cosa. Chiediamo al sindacato di intervenire in modo che l'aspettativa di vita venga abolita, non rinviata, e nemmeno vivisezionata". L'aspettativa di vita è un tema caro a tutti i lavoratori, non solo ai precoci, anche le donne sono seriamente preoccupate del continuo innalzarsi dell'asticella dell'età pensionabile.

Molti anche i politici pro sospensione e/o abolizione dell'assurdo meccanismo, tra questi gli onorevoli Damiano, Rizzetto, Simonetti, Sacconi e molti altri.

Opzione donna e riconoscimento lavori di cura

Al momento anche per le donne si è ottenuto davvero molto poco, le iscritte al gruppo 'opzione donna proroga al 2018' continuano a chiedere venga lasciata loro la libertà di scegliere se andare in pensione con l'assegno decurtato o restare, per chi ancora lo ha, al lavoro. Mentre il sindacato tenta di ottenere almeno il riconoscimento del lavoro di cura, così come molti degli emendamenti presentati alla LDB 2018. Anche Orietta Armiliato si appella al Governo per chiedere i dati del contatore che avrebbero dovuto essere resi pubblici dal 30 settembre scorso e confida che almeno di qualche centimetro l'esecutivo possa cedere, affinché si facciano, dice, passi in avanti verso una maggior flessibilità previdenziale e si continui il percorso che ha avuto faticosamente inizio lo scorso anno. Vi terremo, come sempre, aggiornati sull'sito dell'incontro di oggi tra Governo e sindacati.