Piano da 300 milioni di euro per le misure previdenziali sulla Quota 41, sul blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita e sull'estensione dell'Ape Sociale. E' quanto emerso dall'ultimo tavolo di confronto fra il Governo Gentiloni e le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil aperto nei giorni scorsi.
Poletti verso il blocco dell'aumento dell'età
Come riporta il quotidiano "La Stampa", infatti, avrebbe preso parte all'incontro anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, il quale avrebbe ribadito la necessità di una misura che possa bloccare gli automatismi della speranza di vita che a partire dal 2019 determinerebbero un ulteriore aumento dell'età pensionabile di cinque mesi: si dovrebbe passare, quindi, dai 66 anni e 7 mesi attuali ai 67 anni per il conseguimento della pensione di vecchiaia.
In campo un nuovo piano da 300 milioni
Anche il Premier Paolo Gentiloni si sarebbe dimostrato disponibile a intraprendere un importante impegno mettendo in campo un nuovo piano che potrebbe costare oltre 300 milioni di euro; una cifra ingente che dovrebbe essere utilizzata per finanziare alcune misure sulla previdenza che andrebbero a chiudere alcuni punti rimasti irrisolti con la Legge di Stabilità 2017.
Si tratta di una proposta innovativa come definita dallo stesso Presidente del Consiglio Gentiloni che si articola in sette punti e che sembrerebbe aver ricevuto l'ammirazione anche dal Ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan: "Credo che sia stato fatto un buon lavoro. Nelle condizione date il Governo mette in campo un impegno finanziario importante".
La proposta, infatti, dovrebbe incentrarsi sull'esclusione del blocco dei requisiti per le undici categorie di lavori considerati usuranti oltre all'estensione dell'Ape Sociale e della Quota 41 a tutti quei lavoratori rimasti esclusi. Nel mirino anche, la valutazione della classificazione tra previdenza e assistenza, la previdenza integrativa per i dipendenti del settore pubblico e la proroga dell'Ape Sociale al 2019.
Sindacati insoddisfatti dal Governo
Particolare insoddisfazione, però, è giunta dai sindacati. Il Leader della Cgil Susanna Camusso, infatti, avrebbe affermato: "La proposta del Governo è insufficiente per lavoratrici e giovani". L'ipotesi delle parti sociali, si concentrerebbe sull'abbassamento dei requisito contributivo dai 36 ai 30 anni per l'accesso all'Ape Sociale oltre all'estensione della salvaguardia all'aumento dell'età pensionabile per un numero più ampio i soggetti rispetto alle 15 mila unità attualmente previste.