Ormai sembra una specie di serie Tv, perché i continui incontri tra Governo e sindacati sul tema previdenziale si ripetono continuamente. Appena finito quello di ieri pomeriggio, eccone calendarizzato un altro che in quanto ad importanza sembra essere quello decisivo. Il condizionale è un obbligo perché anche per quello di ieri si diceva la stessa cosa, ma in pratica al tavolo tecnico è uscita fuori solo una proposta del Governo basata su 7 punti sull’aspettativa di vita, i lavori gravosi e poco altro. Una proposta che adesso deve trovare il consenso dei sindacati che dovrebbero firmare l’intesa sabato.
Tutto ancora da decidere perché le prime dichiarazioni delle parti sociali non sembrano positive, con la CGIL molto critica come dimostrano le esternazioni della leader Camusso. Vediamo il punto della situazione e cosa ha proposto il Governo ai sindacati.
Una proposta innovativa secondo Gentiloni
Come da programma ieri erano in agenda un incontro politico ed uno tecnico sul tema previdenziale che continua ad essere l’unico o quasi che potrebbe correggere la manovra di Bilancio che presto dovrebbe essere votata in Parlamento. Le indiscrezioni su cosa il Governo aveva in mente di proporre ai sindacati erano uscite fuori già a margine dell’incontro con il Premier Gentiloni di ieri mattina. Proprio l’attuale Premier, come riporta l’edizione digitale del quotidiano “La Repubblica” parla di proposta innovativa.
Il tema principale è sempre lo stesso, l’aspettativa di vita, la pensione a 67 anni dal 2019 e le attività lavorative a cui concedere lo sconto su questo inasprimento di età pensionabile. Il Ministro del Lavoro Poletti ha definito l’adeguamento dell’età pensionabile alla vita media degli italiani come un caposaldo della previdenza, un autentico pilastro dell’intero sistema previdenziale.
In pratica, non se ne può fare a meno perché ne vsa della sostenibilità del sistema pensionistico. Un piccolo ritocco però non è impossibile da fare e proprio su questo argomento che verte la proposta dell’Esecutivo.
I punti della proposta
Le attività gravose che hanno diritto alle Pensioni anticipate con Ape sociale e quota 41 saranno agevolate in termini di accesso alla pensione di vecchiaia.
Anzi, le 11 categorie di lavori gravose che furono istituite di questi tempi lo scorso anno, si ampliano e diventano 15. Siderurgici, marittimi, agricoli e stampatori a caldo dovrebbero essere le altre categorie che si aggiungono a maestre di asilo, camionisti, edili, gruisti, badanti, spazzini, addetti alle pulizie, macchinisti dei treni, infermieri delle sale operatorie, conciatori di pellame e facchini. Per loro non dovrebbe scattare la pensione a 67 anni nel 2019, ma il requisito anagrafico resterebbe l’attuale che è di 66 anni e 7 mesi di età. Per quanto riguarda l’Ape sociale, sempre in riferimento alle attività gravose, gli anni di lavoro necessari per l’accesso scendono da 36 a 30, dei quali 7 degli ultimi 10 devono riguardare una delle attività gravose citate tra le 11 di cui parlavamo prima.
Nella proposta ci sono anche il riutilizzo per l’estensione di Ape sociale e quota 41, dei fondi risparmiati quest’anno proprio sugli stanziamenti per le due misure. Un altro punto sarebbe il potenziamento dei fondi a sostegno della previdenza integrativa per i lavoratori pubblici. Tornando all’aspettativa di vita, cambiano i meccanismi di calcolo e di valutazione. Infatti via libera alla creazione di una commissione scientifica capace di individuare da altri punti di vista le attività da reputare come possibili beneficiari di trattamenti diversi in quanto ad aumento dei requisiti per la pensione. Inoltre il meccanismo per calcolare gli scatti in aumento, sempre relativi alla vita media degli italiani ed al suo impatto sull’età pensionabile diventa a carattere biennale e si basa sul biennio precedente come media e non come differenza secca da un anno all’altro.
Adesso in pratica la palla passa ai sindacati che sembra siano intenzionati, in vista del summit di sabato prossimo, a rispondere prima con un documento ufficiale ed unitario, muovendo le loro osservazioni su ogni singolo punto della proposta del Governo.