A meno di dieci giorni dalla fine dell'anno, aggiorniamo sulla situazione riguardante Opzione Donna, la misura sperimentale con cui le lavoratrici possono andare in pensione prima dei 60 anni con almeno 35 anni di contributi e accettando il ricalcolo dell'assegno previdenziale mediante il sistema contributivo. Nelle ultime ore si parla insistentemente dell'ordine del giorno presentato dall'onorevole Andrea Maestri. Onde evitare confusione, chiariamo quanto accaduto e, soprattutto, cosa ci si deve aspettare eventualmente nei prossimi giorni.
Il punto sull'ordine del giorno dell'onorevole Maestri
"Impegna il governo a valutare l'opportunità di garantire la prosecuzione di Opzione Donna, provvedendo a stanziare, fin dal primo provvedimento utile, le necessarie risorse". Firmato Andrea Maestri e Stefano Fassina, appartenenti al gruppo parlamento SI-SEL-POS. Sono queste le ultime righe dell'ordine del giorno approvato nella serata di ieri, con una modifica importante: l'aggiunta della frase "a valutare l'opportunità di". Originariamente il foglio riportava la formula "impegna a garantire". Va da sé che la sostanza dell'ordine del giorno cambia radicalmente, in maniera negativa per le lavoratrici. Ma non è questo l'unico problema.
Sono mesi che viene chiesta la proroga del provvedimento.
Numerosi anche gli ordini del giorno presentati. Anche le lavoratrici, ormai, non si "emozionano" più di tanto di fronte a questo. Il fatto che sia stato approvato non ha, in sostanza, alcun valore. L'approvazione riguarda "la valutazione all'opportunità di...", e non "garantire di". Ne seguirà una discussione, ammesso e concesso che ci possano essere i tempi per farla.
L'approvazione è datata alle 22 di ieri sera. Lunedì è Natale, martedì Santo Stefano. La data del 27 dicembre viene indicata dagli addetti ai lavori come quella in cui saranno sciolte le due Camere, per andare poi al voto anticipato a marzo. Teoricamente, sarebbero rimasti due giorni di tempo per approvare un provvedimento su cui sono in corso "grandi manovre" da mesi.
Obiettivamente è irrealistico credere che si possa arrivare ad una fumata bianca.
No al cumulo contributivo
Per quanto riguarda il tema Opzione Donna, si segnala anche la fine delle speranze per l'approvazione del cumulo contributivo gratuito per accedere alla misura sperimentale e all'ottava salvaguardia degli esodati, nonostante ci fosse la pressione del gruppo del Pd in Commissione Lavoro. A riportare la "sconfitta" è lo stesso onorevole Davide Baruffi del Partito democratico, in un lungo post pubblicato la sera del 20 dicembre sul proprio profilo ufficiale Facebook.