In commissione lavoro della Camera dei deputati si continua a discutere di una eventuale proroga al 2019 dell'Ape social e di nuovi strumenti per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori che subiscono molestie sul luogo di lavoro. La Cgil nel frattempo denuncia, sulla base di uno studio effettuato, che il risparmio delle risorse ottenuto sulle prestazioni di Ape social e precoci nel solo 2017 è stato di ben 504 milioni di euro. Una cifra che è di molto superiore a quella che il Governo ha deciso di mettere sul piatto della bilancia per il comparto previdenza del prossimo triennio 2018-2021.

Roberto Ghiselli, segretario della Cgil, commentando il risultato dello studio, afferma: 'Basta questo dato per confermare l'inconsistenza delle misure proposte dal Governo al sindacato per la fase due del confronto sulle Pensioni'. Sempre dalla Cgil arriva la previsione di quanto il Governo risparmierà nel 2018 e la cifra si aggira sui 554 milioni di euro, quindi 50 milioni in più rispetto al 2017. Questo dato ci fa capire, spiega Ghiselli, che le misure messe in atto dall'attuale Governo sono ampiamente insufficienti. Concetto già ribadito più volte da Susanna Camusso, 'leader' della Cgil.

Pensioni, Ape social e precoci: poche le domande accolte

Il responsabile della previdenza pubblica Cgil Enzo Cigna ci fa notare che il numero delle domande accolte per l'Ape social e per i 'precoci' è purtroppo molto inferiore al numero che era stato precedentemente preventivato: 31.290 domande invece delle 60.000 ipotizzate, pari al 52,15% di quanto era stato previsto.

Il segretario della Cgil Roberto Ghiselli è sicuro che il Governo deve intervenire sulla legge di bilancio 2018 modificando in maniera molto profonda procedure e vincoli per non pregiudicare il diritto di molti lavoratori alle prestazione dell'Ape sociale e dell'anticipo pensionistico per i cosiddetti lavoratori 'precoci'. I correttivi ipotizzati dal Governo, al momento, non soddisfano la Cgil, che rimane ferma nella propria posizione di 'opposizione'.

L'ampliamento di quattro categorie di lavori 'gravosi', le agevolazioni alle donne madri e gli interventi per quanto riguarda gli ormai famosissimi contratti a termine sono misure giudicate insufficienti se non accompagnate da nuove procedure e meno vincoli per poter rientrare tra gli aventi diritto dell'Ape social e dell'anticipo pensionistico riservato ai lavoratori 'precoci'.

Riforma Pensioni, la Cgil propone: 30 anni di contributi

La Cgil propone di abbassare gli anni di contributi necessari per andare in pensione ai lavoratori gravosi dagli attuali 36 a 30 anni. Inoltre, chiede la modifica della continuità professionale richiesta passando dagli attuali sei anni su 7 a sette anni su 10. Una misura che potrebbe accontentare chi sta lottando per un accesso più semplice alla pensione, ma solo nel caso venisse estesa a più categorie di lavoratori.Per non perderti le ultime novità sulla riforma del sistema pensionistico italiano, clicca sul tasto 'segui' posto a fianco del nome dell'autore della news.