Per i lavoratori statali finalmente arriva la fumata bianca per quanto concerne il tanto agognato rinnovo contrattuale. L'accordo siglato il 23 dicembre scorso è stato ratificato dal Consiglio dei Ministri che adesso ha dato il via libera alla concessione degli arretrati e del nuovo stipendio. Arretrati per il periodo 2016-2017 che dovrebbero ingrossare le buste paga di febbraio, mentre per l’aumento da 85 euro si dovrà attendere marzo. Il rinnovo riguarda esclusivamente il comparto della Pubblica Amministrazione Centrale, cioè dipendenti dei Ministeri e delle Agenzie Fiscali, platea di 270mila dipendenti circa.
Per gli altri comparti anche se la base di partenza dovrebbe essere quella dell’intesa prenatalizia, siamo ancora alle trattative. Comparti con numero di dipendenti molto superiore a quello delle funzioni centrali, con maggiori differenze retributive in base a ruoli, gradi e mansioni svolte e con diverse altre problematiche presentano criticità molto più elevate. Tra questi il Comparto Difesa e Sicurezza, quella dei dipendenti dell’Esercito, dei Carabinieri, della Polizia, dei vigili del fuoco e così via. Ecco il punto della situazione e cosa è successo nel nuovo incontro del 22 gennaio.
Aumenti minimi
Prosegue il tavolo di confronto tra sindacati e Governo sul rinnovo contrattuale che spetterebbe ai lavoratori delle Forze armate, delle Forze dell’Ordine e dell’intero comparto di sicurezza e difesa.
Il nuovo incontro tanto atteso ha fatto registrare l’apertura del Ministero della Funzione Pubblica sulla parte normativa del nuovo contratto. Il problema maggiore però si manifesta sulla parte economica del nuovo documento. Anche in questo comparto si parte dalle 85 euro di aumento medie e lorde per dipendente che è la base dell’intesa del novembre 2016 tra Governo e sindacati dei lavoratori pubblici.
Tradotto in moneta contante l’aumento netto che finirebbe nelle buste paga dei Carabinieri o dei Poliziotti tanto per fare alcuni esempi sarebbe di 44 euro. Per i sindacati una cifra che non compenserebbe in alcun modo un mancato rinnovo che dura da 9 anni. Si parla di mancia elettorale, di aumento minimo che serve al Governo solo per aumentare il gradimento dell’elettorato in vista delle nuove elezioni politiche di marzo.
La posizione dei sindacati
Il Consiglio Centrale di Rappresentanza che cura gli interessi di Marina Militare, Aereonautica e Carabinieri ha già manifestato l’intenzione di non accettare quanto prima detto sulla parte monetaria del contratto. Un rinnovo che non cambia nemmeno la retribuzione classica per lo straordinario che viene pagato sulla base di 3 euro lorde per ora di lavoro in più anche per quanti sono costretti a svolgerne tante (l’esempio è la Marina, con i suoi addetti costretti a molte ore di navigazione consecutiva). Uno straordinario forfettario che non fa contenti neanche gli addetti della Guardia Costiera che reputano insufficienti i 3 euro erogati per uscite in mare che molte volte servono per salvare molte vite.
Difficile trovare un accordo anche perché escludendo le Forze Armate di Terra, sembra che tutti gli altri rappresentati dei lavoratori siano contrari, a partire dai sindacati di Polizia. Senza contare che restano sempre sospese quelle prerogative comuni a tutti i lavoratori del Pubblico Impiego, anche ai Ministeriali per i quali la partita rinnovo si è già chiusa, come l’indennità di vacanza. Ipotizzare che la trattativa possa avere un'impennata positiva se non per febbraio, almeno per marzo oggi appare esercizio azzardato. E per la Scuola per esempio, siamo in una situazione analoga, in un comparto dove risultano esserci la maggioranza dei lavoratori di fascia retributiva più bassa di tutta la Pubblica Amministrazione e per i quali difficilmente si riuscirà a garantire gli 85 euro mensili di aumento di cui tanto si parla.