C’è un settore in Italia che continua negli anni a far registrare una crescita esponenziale, sempre maggiore e sempre in espansione. È il settore del «non profit» detto anche Terzo Settore che proprio in questi giorni cerca con ansia di capire cosa porterà la cosiddetta riforma avviata dal Governo ed entrata in vigore con il Decreto legislativo 117 del Luglio 2017 noto anche come Codice del Terzo settore.

Cosa si intende per Terzo Settore

Ma cosa è il Terzo Settore? Il «non profit» è una terza dimensione dopo lo Stato (primo settore) ed il Mercato (secondo settore), una dimensione che non è legata al profitto.

In pratica, è l’insieme di organizzazioni che producono beni o servizi, che gestiscono attività fuori dal mercato o che comunque agiscono con finalità non lucrative, senza distribuire ai propri soci o dipendenti gli eventuali profitti, utilizzandoli invece per migliorare la qualità dei servizi erogati. A comporre in Terzo Settore sono le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, gli organismi non lucrativi di utilità sociale (Onlus), le associazioni e gli enti di promozione sociale o sportiva, le società di mutuo soccorso, le fondazioni, gli enti di patronato e numerosi altri soggetti, anche privati, senza scopo di lucro.

Un vero e proprio mondo nel quale nel nostro paese operano oltre trecentomila organizzazioni, questo almeno il dato emerso dal Rapporto ISTAT 2017, in base al censimento completato nel 2011, che parla di ben 301.191 tra associazioni ed attività di vario genere, con 951.580 persone regolarmente retribuite, delle quali oltre il 70% risultano dipendenti a tempo determinato oppure indeterminato, e poco meno di cinque milioni di volontari.

I tanti settore del «non profit»

E nell’ambito del «non profit», a fare la parte del leone stando a quanto pubblicato dall’ISTAT, è l’area «cultura, sport e ricreazione». Un settore nel quale si concentrano oltre 195.000 istituzioni, ovvero il 65% circa del totale. E scendendo ancor più nel dettaglio, si scopre che di quel 65% quasi un terzo è impegnato nell’ambito sportivo (30,8%), il 18% nel contesto culturale/artistico ed infine il 16,2% nella settore ricreativo e di socializzazione.

Alle spalle del trittico sport/cultura/ricreazione si piazza, ben distaccata, l’assistenza sociale con 25.000 istituzioni, ovvero l'8,3% del totale, mentre sul terzo gradino del podio sale il settore delle relazioni sindacali e della rappresentanza di interessi con 16.414 associazioni (il 5,4%). A seguire, istruzione e ricerca (con 15.519 istituzioni, pari al 5,2%) e sanità (10.969 realtà, il 3,6%).

Se si considerano invece le risorse umane impiegate, l'assistenza sociale è senza dubbio il settore di attività con il maggior numero di lavoratori (225mila dipendenti pari al 33,1%), seguito dalla sanità (159mila pari al 23,3%), da istruzione e ricerca (121mila pari al 17,8%), sviluppo economico e coesione sociale (meno di 74mila dipendenti pari al 10,8%). È interessante quindi notare come in questa classifica specifica l’ambito sport/cultura/ricreazione segnala solamente il 6,7% di dipendenti sul totale del Terzo Settore facendo leva sul grande esercito di volontari dei quali fortunatamente dispone e che arriva a contare 2.800.000 persone, ovvero il 59,2% del totale.

Un altro dato interessante nell’analisi del settore «non profit», basato sui recenti dati ISTAT pubblicati, è quello legato al genere.

Il Terzo Settore gode infatti di una vasta presenza femminile che già nel 2011 raggiungeva i 2/3 dei lavoratori retribuiti e che negli ultimi anni è facile immaginare sia ulteriormente cresciuta. Singolare invece come tra i volontari le presenze maschili raggiungano il 62%, lasciando solamente il 38% alle donne.

Il Nord Italia fa la parte del leone

Infine, uno sguardo anche sulla geolocalizzazione delle associazioni «non profit» in Italia. Le 301.191 istituzioni censite dall’ISTAT contano 347.602 sedi locali sparse sui territori e di queste il 53% è concentrato al Nord, il 21,2% al Centro Italia, il 16,2% al Sud e solamente il 9,6% nelle Isole. La maggiore concentrazione di istituzioni non profit nell'area settentrionale del Paese si fa ancora più evidente osservando la distribuzione delle risorse umane: le unità locali delle istituzioni non profit del Nord raccolgono quasi il 60% dei lavoratori retribuiti e dei volontari impiegati con il picco nella provincia autonoma di Trento seguita da Valle d’Aosta e Lombardia.