Per i giovani, entrare nel mondo del lavoro è ogni giorno più complesso: aumento dell’età pensionabile, pochi posti di lavoro disponibili, scarsa retribuzione e tipologia di contratti che lasciano molto a desiderare. In questo mare d’incertezza, però, è meglio navigare informati e comprendere quali sono le occupazioni con maggior difficoltà di reperimento per un individuo che oscilla tra i 18 e i 30 anni. Tenendo conto che la percentuale di chi possiede un diploma – 33 per cento per istituti tecnici e licei, 30 per cento per gli istituti professionali – è più alta di coloro che hanno una laurea – solo il 14 per cento -, il ‘Rapporto Excelsor’ stila una sorta di classifica delle 9 professioni più difficili per ciò che concerne l’inserimento di forze fresche nel settore.

Strutturiamo dunque l’elenco in base al numero delle domande di lavoro. Al primo posto troviamo 21.350 richieste per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e nella produzione in generale: la difficoltà di reperire un’occupazione è del 56 per cento. Seguono 11.520 aspiranti operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, con una soglia di difficoltà del 43 per cento. 10.870 potenziali conduttori di mezzi di trasporto e un coefficiente del 49 per cento. Arriviamo poi all’occupazione con la più alta percentuale di difficoltà, pari al 63 per cento: gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, che raggiungono quota 5.500. Di poco sotto, con 5.090 giovani in cerca di un posto, gli operatori della cura estetica e il loro 53 per cento.

5.050 progettisti, ingegneri e professioni assimilate varie per un 49 per cento. Infine, 4.230 operatori dell’assistenza sociale in istituzioni o a domicilio con il 42 per cento, 2.590 operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili dell’abbigliamento e delle calzature con il 41 per cento e 1.240 possibili professionisti specifici dei servizi alla persona con il 50 per cento di riuscita per trovare un impiego.

La classifica spazia su vari impieghi e probabili realtà, ma il punto focale è sempre lo stesso: sfatando il mito dei percorsi di studi utili e inutili, nessuno si salva da questa attuale crisi del lavoro dal punto di vista dei giovani. Che uno sia un ragioniere, un informatico o un letterato, deve fare i conti con la spietata realtà del 50 e 50, senza mezze misure. E in alcuni casi, la concorrenza è davvero più spietata del previsto.