Una novità che farà storcere il naso alle Aziende ed alle Imprese italiane proviene dall’ultima Legge di Bilancio in vigore dal primo gennaio. La novità riguarda gli ormai famosi ticket licenziamenti, un corrispettivo che le aziende devono all’Inps quando licenziano i propri dipendenti. L’Inps recependo quanto fuoriuscito dalla manovra finanziaria ha emanato una circolare esplicativa che mette in risalto un surplus di spesa per i datori di lavoro. Ecco cosa cambia e cosa dice l’atto ufficiale dell’Istituto pubblicato sul suo portale ufficiale.

Il contributo dovuto

Il contributo che le aziende devono dopo aver licenziato un proprio dipendente nasce come contributo che le stesse devono all’Inps per finanziare la Naspi che colui che ha perso il lavoro andrà a richiedere all’Istituto. Il contributo è dovuto anche se lo stesso lavoratore non va a richiedere l’assegno di disoccupazione per qualsiasi motivo, cioè quanto dovuto da parte dell’azienda non è strettamente correlato al fatto che il disoccupato percepisca davvero l’indennizzo Inps. Come per la Naspi anche per il ticket la perdita di lavoro deve venire esclusivamente da decisione dell’azienda e non per dimissioni. La novità introdotta dalla riforma Fornero prevede il pagamento del ticket solo nei casi di licenziamento di un lavoratore con contratto a tempo indeterminato.

Il messaggio Inps

Il messaggio che conferma l’inasprimento per determinate tipologie di licenziamenti è il n° 594 dello scorso 8 febbraio. La manovra ha stabilito che l’indennizzo chiesto ai datori di lavoro raddoppia nel caso di licenziamenti collettivi. Il ticket licenziamenti come era conosciuto fino alla fine del 2017 prevedeva un costo pari al 41% del massimale mensile Naspi, cioè della retribuzione utile al calcolo dell’indennità di disoccupazione Inps.

Per il 2018 questo massimale è pari a 1.208,15 euro. Per un licenziamento individuale anche nel 2018 si continuerà a pagare quel 41% cioè 495,34 euro per ogni anno di anzianità di servizio per il lavoratore soggetto del licenziamento. Per licenziamenti collettivi come dicevamo l’importo raddoppia a 990,68 per dipendente e sempre per anno di lavoro alle dipendenze della stessa ditta.

Nel messaggio l’Inps specifica che per le procedure di licenziamento collettivo avviate prima del 20 ottobre 2017, le nuove disposizioni e quindi il raddoppio di quanto dovuto non trovano applicazione.