In fuga per la pensione, sembra un film ma invece è una espressione adatta ai tempi che corrono e perfetta per la situazione della Previdenza Sociale Italiana. I requisiti di accesso alle varie Pensioni che ogni anno che passa crescono sempre di più mettono i lavoratori nella condizione di vedere come fare per andare in pensione subito, prima che per via delle nuove norme la loro quiescenza si allontani sempre di più nel tempo. Un articolo del sito “laleggepertutti.it” mette in risalto una possibilità che molti italiani nemmeno considerano ma che potrebbe essere una soluzione fattibile soprattutto per quanti sono a pochi anni di contributi da versare per raggiungere le soglie di accesso alle pensioni distaccate da requisiti anagrafici.
La pensione anticipata, quella che una volta si chiamava pensione di anzianità o la nuova quota 41 sono misure di questo tipo per le quali sono necessari esclusivamente i contributi versati e non determinati limiti di età. La domanda che molti si pongono ed alla quale l’articolo cerca di dare risposta è se sia o meno possibile versare autonomamente i contributi mancanti per raggiungere le soglie per le pensioni.
Quando è possibile fare da soli
Pensionarsi subito versando tutti gli anni di contributi che mancano alla pensione che si centra con 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne o con 41 per i precoci che rientrano in quota 41 anticipata è possibile. Una occasione che deriva dall’istituto del riscatto e che potrebbe essere importante in vista dello scatto di ulteriori 5 mesi che queste prestazioni avranno ufficialmente nel 2019.
I periodi per i quali è possibile usare il riscatto sono quelli del passato e non quelli futuri. In pratica se un lavoratore ha periodi pregressi vuoti, i determinate circostanze è possibile saturarli di contributi. In pratica, se gli anni che mancano alle soglie pensionistiche attuali sono riscattabili, pagando il corrispettivo sarà possibile accedere alla pensione subito.
Periodi riscattabili nel 2018
Non tutti i periodi vuoti in un estratto conto contributivo sono riscattabili. L’Inps ha stabilito i seguenti periodi come validi per il riscatto:
- gli anni del corso di laurea per soggetti che si sono laureati e senza considerare i periodi di studio da fuori corso.
- Per lavoratori discontinui, i periodi vuoti tra un rapporto di lavoro a tempo determinato e quello successivo oppure tra un lavoro stagionale ed un altro a partire dal 1° gennaio 1997.
- I periodi senza contributi perché un datore di lavoro non ha provveduto ad effettuare i versamenti, con l’onere della prova dell’effettivo lavoro a carico del lavoratore.
- I periodi di maternità facoltativa
- I periodi di servizio civile se avviati dopo il 2008
- Periodi di aspettativa o di formazione relativa al lavoro da svolgere ed a scopo carriera
Evidente che a soggetti con carriere di lavoro piene, senza vuoti e buchi relativi ai casi prima descritti non sarà possibile versare contributi per gli anni che mancano ai 42 e 10 mesi per la pensione di anzianità.
Per questi bisogna chiedere all’Inps di autorizzarli al versamento dei contributi volontari. In questo caso però non è possibile versare tutto in soluzione unica. I volontari sono a cadenza trimestrale e pertanto non è possibile raggiungere immediatamente le soglie di accesso ma bisogna attendere diversi trimestri. Necessario dunque capire cosa manca per la pensione di anzianità o per lo scivolo precoci, ben consci della piega che sta prendendo la previdenza italiana. A meno di clamorosi ed oggi alquanto improbabili nuove riforme previdenziali, magari con il nuovo Governo che uscirà dalle elezioni del 4 marzo prossimo, se nel 2019 la pensione di anzianità si centrerà con 43 anni e 10 mesi, di biennio in biennio salirà di 3 mesi alla volta, per arrivare a 44 anni e 6 mesi di lavoro necessario nel 2029.