Sulla riforma Pensioni si fa sentire oggi la voce del presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, ricandidata a Montecitorio con la lista di Liberi e Uguali guidata dal presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso. Modifiche alla Legge Fornero per una riduzione dell’età pensionabile è quello che sostanzialmente propone Leu prima ancora che nuove soluzioni per la pensione anticipata. Un programma completamente diverso da quello del Partito democratico guidato da Matteo Renzi dalla cui scissione è nato Liberi e Uguali.

Pensioni, anche Liberi e Uguali per superare la legge Fornero

"Si deve tendere a fare in modo - ha dichiarato Laura Bolrdini - che in Italia si arrivi ad andare in pensione alla media europea che è 63 anni”. Il requisito anagrafico richiesto dalla legge Fornero per poter andare in pensione a partire dal 2019 è invece quello dei 67 anni. Mentre 63 anni di età e almeno 20 di anzianità contributiva sono i requisiti richiesti per poter uscire anticipatamente dal lavoro con la nuova formula dell’Ape volontario attivato nei giorni scorsi con non indifferente ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente dal governo. “Mi auguro - ha detto la presidente dell’assemblea di Montecitorio parlando della riduzione dell’età pensionabile a 63 anni - che si possa, quanto prima, arrivare a questo".

La presidente della Camera illustra il piano per le pensioni

"La legge Fornero - ha detto Laura Boldrini candidata al collegio uninominale Milano 1 - va modificata in tanti ambiti”. Viene proposta da Leu l’introduzione delle differenze per l’accesso alla pensione tra le varie categorie di lavoro, favorendo i lavoratori impegnati in mansioni ritenute “molto usuranti”.

Proposta caldeggiata da tempo anche dai sindacati più rappresentativi come Cgil, Cisl e Uil rispettivamente guidati da Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. “E’ giusto prevedere per queste categorie di lavoratori – ha detto la presidente della Camera - di poter andare in pensione prima". A ormai meno venti giorni dal voto per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 continua a tenere banco nel dibattito politico-elettorale il capitolo della riforma pensioni.

Ancora se ne sentiranno di tutti i colori, ci sarà poi da vedere quali promesse saranno effettivamente mantenute. Una cosa è certa: la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’attuale classe politica è a livelli altissimi.