Ormai ci siamo, il 4 marzo sta arrivando e con le elezioni l’Italia avrà un nuovo Governo. Il mondo previdenziale e lavorativo attende il nuovo Esecutivo per vedere se davvero stavolta si potrà arrivare a cancellare, modificare o correggere l’attuale sistema previdenziale che non piace a nessuno, soprattutto ai lavoratori che vedono allontanarsi sempre di più l’arrivo della quiescenza. In piena campagna elettorale tutti i partiti propongono e promettono interventi, differenti a seconda dell’area da cui provengono e distinti tra chi vuole cancellare la Legge Fornero, come Lega, M5S e Fdi e chi vuole intervenire meno drasticamente, come il PD, perché valuta come impossibile cancellare una riforma che tiene in piedi il sistema dal punto di vista dei conti pubblici.

Quota 100, quota 41 per tutti, il ritorno alla pensione di anzianità sono tutti temi caldi e di interesse generale, che compaiono in diversi programmi elettorali dei partiti che vanno per la maggiore. Ci sono però altri piccoli partiti che hanno soluzioni differenti al problema previdenziale e che poche volte vengono ospitati nei talk show politici in TV. Ieri sera a Tribuna Politica su Rai 2 un esponente di Sinistra Classe Rivoluzione ha elencato parte del suo programma e soprattutto, un piano previdenziale ben preciso.

Una proposta tipicamente di sinistra

Sicuramente sarà difficile vedere rappresentanti di SCR in Parlamento perché trattasi di una piccola realtà politica ma ieri sera sul secondo canale della rete pubblica il suo Rappresentante e candidato al Parlamento Claudio Bellotti è riuscito a portare all’attenzione temi tipicamente di sinistra, quella che per molti è la sinistra vera.

Sinistra Classe Rivoluzione è un movimento che nasce dalle ideologie Marxiste e Trotskiste con un occhio di riguardo alla classe operaia e contro le multinazionali. Lo spot che accompagna questo movimento è l’alternativa rispetto a quelle forze politiche che nonostante si collochino a sinistra raccontano che questo sistema incentrato sul capitalismo può essere aggiustato con qualche piccola riforma.

Ben più radicale quello che propone questo movimento nel proprio programma elettorale, come la riduzione delle ore di lavoro per i dipendenti, l’esproprio per le aziende che se ne vanno dall’Italia e la nazionalizzazione delle grandi aziende che devono produrre utili per la collettività. Altri cavalli di battaglia sono il salario minimo a 1.400 euro e la disoccupazione indennizzata pari all’80% di quei 1.400 euro.

Capitolo previdenza

In uno scenario per così dire rivoluzionario come illustrato sopra, anche la Previdenza trova spazio con soluzioni altrettanto rivoluzionarie. L’età pensionabile che nel 2019 salirà a 67 anni, sia per uomini che per donne, sia per le Pensioni di vecchiaia che per gli assegni sociali è un autentico salasso per i lavoratori che saranno costretti a restare al lavoro per anni ed anni in più. Per Bellotti l’età pensionabile dovrebbe essere fissata a 60 anni. Per le pensioni di anzianità, quelle che ancora una volta subiranno inasprimenti nel 2019, dovrebbero bastare 35 anni di lavoro, quindi di contributi versati. Oltre 8 anni in meno della pensione anticipata che nel 2019 si centrerà con 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. Dal punto di vista del calcolo degli assegni previdenziali poi, il sistema contributivo dovrebbe venire cancellato, con un ritorno al retributivo nella misura fissa dell’80% dell’ultimo stipendio.