Malgrado i dati positivi dei vari indicatori economici, che testimoniano che l'Italia stia attraversando una fase positiva in merito alla ripresa, sono quasi tre italiani su dieci a dichiararsi molto insoddisfatti del proprio stipendio.
Lo rivela l'Osservatorio Jobpricing
A rivelare tutto ciò è il report 2018 dell'Osservatorio Jobpricing, un questionario che è stato rivolto a un campione rappresentativo di Lavoratori dipendenti mediante il sito internet del quotidiano La Repubblica.
Questi dati fanno riferimento al periodo compreso tra 2015 e il 2017, nei quali si evince come nell'arco di tempo considerato il giudizio sulla propria busta paga sia calato di 0,2 punti percentuali.
Soltanto le voci sull’equità interna (riguardante la sensazione di essere retribuiti in maniera più o meno equa rispetto ad altri colleghi che nella stessa azienda hanno le stesse mansioni) e sulla competitività esterna (relativo alla sensazione di equità rispetto alle aziende concorrenti) hanno fatto registrare dei rialzi, rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%.
Dubbi su trasparenza e merito
Risulta invece calato il giudizio che attiene alla trasparenza (perdendo lo 0,4%), che si riferisce al fatto di sapere o meno le ragioni per cui all'interno di un'azienda siano previsti bonus, promozioni e altri premi. Ed è altrettanto calato il giudizio afferente alla meritocrazia (perdendo lo 0,5%) ovvero la percezione che chi viene promosso o premiato meriti davvero le promozioni ricevute.
La scelta di cambiare lavoro
Tale indagine consente anche di comprendere quale siano i motivi per cui i lavoratori manterrebbero o cambierebbero volentieri il proprio posto di lavoro. Anche in questo caso è stata, infatti, rivolta la relativa domanda.
La principale motivazione che spingerebbe a cambiare impiego fa riferimento alla paga fissa (il 67% ha risposto con tale opzione), seguita da altri fattori, come ad esempio la possibilità di formazione interna e l’opportunità di fare carriera; ma anche la flessibilità degli orari di lavoro; nonché il contenuto del lavoro.
Seguono poi le voci inerenti i benefit, lo stipendio con retribuzione non sempre uguale, ecc.
Motivi per restare
Infine, merita di essere menzionato anche che le relazioni interpersonali positive con i propri colleghi e i propri capi rappresentano la prima voce tra le ragioni che spingerebbero le persone intervistate a non cambiare il proprio impiego.
In questo caso quindi, le questioni economiche passano in secondo piano: più che per i soldi, un buon rapporto con il proprio capo e le altre persone che lavorano nell’azienda sono fattori decisivi nella scelta data dagli intervistati nel voler mantenere il proprio posto di lavoro.