Se in Italia il problema più sentito in merito al comparto previdenziale è quello della mancata flessibilità in uscita dal lavoro, in Spagna la tensione resta alta riguardo le mancate rivalutazioni degli assegni rispetto all'inflazione. Si tratta di aspetti che abbiamo già approfondito in alcuni nostri precedenti articoli e che sono stati ampiamente sottolineati anche dai tecnici internazionali. Le ultime conferme in ordine di tempo per il Bel Paese sono rappresentate dai moniti lanciati dal Fondo Monetario Internazionale, dal bollettino della BCE e dalla Commissione Europea in merito ai rischi derivanti da un allentamento delle riforme restrittive attutate negli scorsi anni.

Una per tutte, la Manovra Fornero del 2011, che ha messo in sicurezza i conti pubblici in un momento di grave emergenza, al costo però di provvedimenti molto impopolari e peggiorativi. Per la Spagna si è invece recentemente espressa l'Ocse, sottolineando che i mancati adeguamenti si trovano a relazionarsi con un sistema più generoso rispetto alla media europea dal punto di vista del tasso di sostituzione, ovvero della differenza che intercorre tra l'importo dell'ultimo stipendio e quello del primo assegno pensionistico. Con un dato che raggiunge il 70% (rispetto alla media Europea ferma al 50%), i tecnici internazionali giustificano la necessità di ricercare un meccanismo di adeguamento all'inflazione meno oneroso e più sostenibile.

Pensioni, l'Europa si conferma a più velocità... e in Germania gli assegni tornano a crescere

Stante la situazione appena descritta, resta il fatto che le differenze presenti tra i Paesi dell'Unione emergono anche all'interno di un particolare ambito come quello pensionistico. Sembra infatti esistere anche uno "spread" di comparto previdenziale tra i Paesi del Nord e quelli mediterranei.

È in questo senso che si può forse commentare l'annuncio del Ministro del lavoro e degli affari sociali tedesco Hubertus Heil, che ha recentemente annunciato un aumento degli assegni dal 3,2% al 3,4%. "Anche quest'anno le buone condizioni nel mercato del lavoro e l'aumento dei salari rispetto al passato hanno portato a migliorare le pensioni" ha spiegato il nuovo Ministro, evidenziando che "questa è una buona notizia per 20 milioni di pensionati".

Parole che possono però mettere in evidenza anche quanta distanza sussista ancora tra Roma, Madrid e Berlino.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un commento nel sito o nella pagina Facebook "riforma Pensioni e lavoro" in merito alle ultime novità sul comparto previdenziale riportate nell'articolo.