Doveva essere febbraio, poi marzo ed infine aprile, ma con i cedolini dello stipendio di aprile per il personale della Scuola già disponibili, nessun accenno ad aumenti di stipendio o arretrati. Nonostante il nuovo contratto nel comparto scuola sia ormai definitivo, i soldi in più nelle tasche dei lavoratori ancora non sono arrivati: nessuna elargizione dell’aumento previsto e nemmeno delle cifre arretrate spettanti ai lavoratori per il periodo di decorrenza del contratto, cioè dal 1° gennaio 2016. Con un recente comunicato l’Anief parla di nuova cattiva notizia per gli oltre un milione di lavoratori che attendevano buone nuove sui cedolini.

Perché i ritardi?

Innanzi tutto, se un giorno i tanto agognati arretrati arriveranno, saranno con un cedolino ad emissione speciale, cioè non saranno accorpati alla busta paga mensile dei lavoratori. Quelli che il sindacato chiama "aumenti miseria", probabilmente non arriveranno nemmeno a maggio, ma solo nel mese di giugno. A maggio se tutto va bene dovrebbero arrivare solo gli arretrati spettanti per il biennio 2016/2017. L’Anief continua ad utilizzare l’ipotetico perché i ritardi circa il completamento dell’operazione sono dovuti anche alla difficile situazione politica italiana, dove nonostante ci siano state le elezioni il governo non è ancora partito.

Le cifre sono misere?

Oltre il danno la beffa, perché i ritardi di cui parla l’Anief si collegano alla pochezza delle risorse destinate per risarcire lavoratori che per 8 anni hanno avuto lo stipendio congelato e senza adeguamento all’inflazione.

Gli arretrati che si andranno ad elargire per il biennio 2016/2017 sono largamente inferiori a quelli che possono essere calcolati a partire dalla sentenza della Consulta del 2015, che di fatto ha dato il via a questa farraginosa operazione. Per il sindacato risultano pochi i 400 euro di media che dovrebbero finire nelle tasche dei lavoratori a fronte dei 6.000 che dovevano essere elargiti in base ai tassi IPCA, cioè l’indice dei prezzi al consumo armonizzati.

Per un maestro di elementari o asilo per esempio, gli arretrati saranno compresi tra i 248 e i 359 euro netti in base all’anzianità di servizio. Gli assistenti amministrativi si fermeranno a cifre comprese tra i 218 e i 291 euro netti, mentre i bidelli avranno arretrati compresi tra i 195 e i 252 euro netti. Come riporta il quotidiano “Il sole 24 Ore” inoltre, essendo il contratto in scadenza già il prossimo 31 dicembre, quanto si andrà a percepire di aumento potrebbe essere perduto già nel 2019, se non si provvederà di nuovo ad un sollecito rinnovo.

Questo perché se è vero che l’aumento di stipendio arriverà a giugno, esso sarà correlato a ruolo e anzianità di servizio, con cifre che vanno da 85 a 110 euro, comprensive dell’elemento perequativo che salvaguarderà il bonus Renzi di 80 euro e che sono state stanziate in manovra di Bilancio 2018. In assenza di nuovi stanziamenti, ad oggi l’ipotesi di un ribasso dello stipendio nel 2019 non è esercizio di pura fantasia. Infatti un insegnante con anzianità di servizio bassa, nel 2019 potrebbe perdere il 25% dell’aumento avuto quest’anno, cioè circa 20 euro al mese.