Le ultimissime novità sulle Pensioni anticipate e sull’aspettativa di vita all’11 aprile 2018 derivano da un articolo scritto su Il Sole 24 Ore per mano del docente dell’università Bocconi di Milano, Vincenzo Galasso. In estrema sintesi il docente sostiene che sia corretto consentire a chi voglia uscire prima dal mercato del lavoro di farlo, ma questa scelta non dovrebbe gravare sulle nuove generazioni. "Chi vive di più lavori di più" sostiene, tra le righe, e poi spiega il suo ragionamento.
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Per questa ragione, spiega il docente, essendo di per sé il meccanismo dell’aumento dell’età pensionabile ancorata alla speranza di vita sensato seppur impopolare, si dovrebbe partire dal fatto che chi vive di più è corretto che lavori di più, differenziando i mestieri.
Altrimenti, si chiede il docente, chi finanzierebbe la pensione negli anni in cui si vive di più? “Se viviamo più a lungo, vorremo avere il diritto a avere una pensione anche durante i mesi in più che vivremo”. Dunque chi vuole anticipare la pensione è giusto che ne abbia facoltà ma che ne percepisca una più bassa. Questo spiega sarebbe l’unico modo affinché la generazione dei sessantenni non gravi sulle spalle dei giovani, che in caso contrario, si troverebbero per l’ennesima volta a pagare il conto di scelte errate.
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Le persone più istruite, precisa Galasso, o quelle che hanno la fortuna di fare nell’arco della propria vita mestieri meno usuranti, vivono più a lungo.
Giusto allora chiedere loro di lavorare di più. Eliminare in toto il meccanismo di aggiustamento e ridurre l’età del pensionamento, cancellando le riforme Sacconi e Fornero, si potrebbe fare, seppur con costi ingenti. Si calcola sui 15-20 miliardi l’anno. Ma poi il problema sarebbe quello di gravare nuovamente sulle spalle dei giovani.
Secondo Galasso, la soluzione potrebbe essere quella di procedere nella direzione di uscite flessibili, come l’ape volontaria, che permetta la libera scelta di anticipare il pensionamento, ma pagando di tasca propria il pegno per aver anticipato l’uscita. Il dilemma, pertanto, sarebbe tra l'idea di distinguere i lavori, in parte strada già percorsa dall’ampliamento dei mestieri gravosi nella passata legge di Bilancio 2018 e fermare il meccanismo che lega l’aspettativa di vita alle pensioni. Si potrebbe bloccare l'età di uscita per tutti dal 2019?