Sulla riforma Pensioni hanno praticamente lo stesso programma che va dal superamento della legge Fornero alla proroga di Opzione donna, passando per la staffetta generazionale, la Quota 100 per tutti e la Quota 41 per i lavoratori precoci. Su diversi punti si registra sintonia, dalle modifiche al Jobs act e alla Buona scuola fino alla riduzione delle tasse, sembra esserci feeling anche sulle politiche per l’immigrazione. Ma dopo i dialogo produttivo che ha portato alla rapida elezione dei presidenti di Camera e Senato in un clima di sostanziale concordia e responsabilità istituzionale, restano adesso da superare per la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio i nodi per la formazione del nuovo governo.

Pensioni, sintonia tra Di Maio e Salvini ma ancora non c’è l’intesa sul governo

Domani entra in azione il Capo dello Stato per cominciare il percorso che dovrebbe portare alla formazione di un nuovo governo anche se non si esclude, a sentire diverse dichiarazioni di leader politici e commentatori, un possibile ritorno al voto. Esattamente a un mese delle elezioni del 4 marzo, il presidente della Repubblica domani darà il via al primo giro di consultazioni al Quirinale per la costituzione del nuovo esecutivo. Le consultazioni partiranno domattina. Prima saranno sentiti la seconda e la terza carica della Stato. L’appuntamento al Colle con la presidente del Senato Elisabetta Casellati è fissato alle 10.30; un’ora dopo l’appuntamento con il presidente della Camera Roberto Fico.

Poi sarà il turno del presidente emerito Giorgio Napolitano e a seguire le forze politiche: si inizierà con il gruppo parlamentare per le Autonomie e si finirà con quello del Movimento 5 stelle. Dai colloqui il presidente della Repubblica cercherà di capire, prima di affidare un incarico pieno o esplorativo, se ci sono le condizioni per formare una maggioranza parlamentare capace di sostenere un nuovo governo.

Domani al via le consultazioni al Quirinale, si conclude con il Movimento 5 stelle

In tanti sperano in un possibile governo M5s-Lega in chiave “anti-casta” e anche per dare una spallata alla riforma pensioni targata Fornero varata nel 2011 dal Governo Monti sostenuto in Parlamento da una maggioranza di larghe intese che andava dal Partito democratico a Forza Italia, un tipo di maggioranza di grosse koalition alla tedesche che sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini sembra vogliano assolutamente evitare in questa legislatura puntando probabilmente a un’intesa sui temi e sul programma da attuare per un governo di responsabilità, di transizione, o formule simili, che assicuri la governabilità, metta in campo le riforme, e consegni al Paese anche una nuova legge elettorale alla luce degli effetti del Rosatellum.