"Il tema della ricerca precaria va affrontato in modo urgente, ci aspettiamo azioni conseguenti da parte dell'Università di Torino": con queste parole il Consigliere Regionale del Pd, Andrea Appiano interviene durante la seduta d'aula del 24 aprile scorso, nello spazio riservato alle interrogazioni, ponendo l'attenzione sul problema e chiedendo alla Giunta di parlare con i vertici dell'Università. L'intervento del consigliere si riferisce alla proposta, su cui l'Università si pronuncerà in modo definitivo a settembre, di cancellare venti concorsi per ricercatori a tempo determinato di tipo B (precondizione per il reclutamento stabile di nuovi docenti).

La giustificazione di questo 'taglio' è stata data dal fatto che i fondi per la ricerca saranno, comunque, utilizzati per reclutare 55 ricercatori per cui, mantenendo altri concorsi, si rischierebbe di inserire personale in eccesso. "Questa giustificazione è inverosimile - commenta ancora il consigliere Appiano - Per capirlo basta, infatti, considerare il netto peggioramento del rapporto numerico docenti-studenti". A supporto di questa dichiarazione è, infatti, da notare il fatto che, ad oggi, questo rapporto ha raggiunto la cifra unica e rara di ben 39,4 studenti per insegnante.

Oltre al danno, la beffa

I ricercatori, oltre a veder negati ben venti concorsi, potrebbero anche dover assistere a una beffa, a seguito di un evidente danno.

La proposta al vaglio della Commissione Organico prevede, infatti, che le risorse non impiegate vengano distribuite tra i dipartimenti per un piano straordinario per i docenti: se i ricercatori non possono avere dei concorsi, i docenti ormai 'strutturati' avrebbero, invece, la possibilità di utilizzare i fondi per un avanzamento di carriera.

L'assessore regionale Giuseppina De Sanctis, portando in aula una nota dell'Università, precisa che nel triennio 2016-2019 sono state istituite 370 posizioni per ricercatori e che, nell'anno corrente, l'Ateneo ha potuto beneficiare di specifici finanziamenti ministeriali e che, quindi, al 31 dicembre 2018, saranno assunti 95 ricercatori a tempo determinato di tipo B.

Per contro, però, l'Università dichiara che non sono previste politiche assunzionali per i ricercatori negli anni 2020-2021. "Gli sforzi compiuti in questi anni dall'Università di Torino sono apprezzabili - continua e conclude il consigliere regionale Appiano - Ma è necessario registrare la non piena sufficienza dei risultati finora raggiunti". Ciò che è necessario auspicare è che, a settembre, la proposta di cancellazione dei concorsi, sia ritirata.