Le notizie tanto attese da tutti i dipendenti statali sono finalmente arrivate. Ad annunciarle ci ha pensato ancora una volta NoiPa che ha confermato come l’ipotesi più plausibile per il pagamento degli stipendi (oltre aumenti e arretrati) nel mese di maggio consta di due date da tenere a mente. Giovedì 17 maggio data in cui sarà disponibile il cedolino relativo alla rata ordinaria del mese corrente per coloro che appartengono al comparto scuola, ricerca, forze armate. I dipendenti statali assunti in aziende sanitarie dovranno, invece, aspettare venerdì 25 maggio 2018.

Per quanto riguarda i dipendenti con contratto a tempo indeterminato o determinato al 30 giugno o 31 agosto il cedolino sarà disponibile invece il 23 maggio. La seconda data si riferisce, invece, al pagamento degli arretrati relativi al triennio 2016-2018, derivanti dal nuovo C.C.N.L.

Cedolino arretrati: ecco l’annuncio ufficiale con la data

Si tratta di una data ufficiale. Gli arretrati saranno infatti erogati con un cedolino separato dal cedolino ordinario della rata di maggio. Ciò significa che si dovrà attendere per fine mese per la vera e propria emissione. La nota rilasciata da NoiPa sul portale tranquillizza quindi tutti coloro che fanno parte del pubblico impiego, in attesa che il nodo circa le tempistiche degli arretrati e degli aumenti si sciogliesse.

Quanto agli importi si registra un incremento stipendiale complessivo medio di 96 euro al mese per i docenti delle scuole e di 105 euro al mese per i docenti dell’AFAM. Per gli Ata delle scuole l’incremento medio è di 84,5 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’ASI di 118 euro, per l’università di 82 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro.

Ricordiamo che gli aumenti vengono calcolati indipendentemente dalla minore o maggiore anzianità di servizio. Chi ha poca anzianità di servizio avrà semmai un minore importo della contribuzione previdenziale e un’aliquota Irpef inferiore. Gli arretrati per il biennio 2016-2017 sono invece 435 euro lordi a dipendente, euro in più, euro in meno.

Gli arretrati riguarderanno anche i pensionati e i precari.

C’e da dire, infine, che sono molti gli statali che temono che dal 1° gennaio 2019 lo stipendio potrebbe nuovamente abbassarsi, per via del cosiddetto "elemento perequativo". Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime notizie sul mondo del lavoro e della scuola, si continui a seguire il sito Blasting News.