Le ultimissime novità sulla riforma delle Pensioni al 29 maggio 2018 vedono il ripercuotersi di una situazione politica davvero incerta, dopo il no di Mattarella al ministro Savona, scelto per l’economia da Di Maio e Salvini, Conte si è dimesso da Presidente del Consiglio e Cottarelli ha accettato con riserva di prendersi carico della costruzione del nuovo Governo. Le speranze di quanti ambivano alle misure di pensione anticipata inserite nel contratto di Governo, come quota 100/41 e opzione donna, sono svanite insieme al Governo giallo-verde e la rabbia si è diffusa sul web.

Pensioni anticipate oggi 29/5: addio quota 100, quota 41,5 e opzione donna?

Cottarelli si è sempre detto contrario ad una riforma delle pensioni troppo dispendiosa che non sarebbe certo in linea con i conti pubblici, dunque le proposte annunciate nel contratto di Governo Lega-M5s con buona probabilità con Cottarelli alla guida non vedranno alcun seguito. Cosa ne sarà della proroga di opzione donna a cui le donne guardavano con apprensione? Sebbene nel contratto di Governo non venissero ancora esplicitate le condizioni di accesso e i tempi della proroga e ci fosse la frase ‘in linea con le risorse economiche disponibili’, che lasciava qualche dubbio, le donne confidavano davvero nella rapida attuazione della misura.

Anche quanti ambivano alla quota 100 e 41,5 speravano in una rapida modifica alla Legge Fornero, sebbene ancora non avessero chiari gli eventuali paletti che avrebbero forse circoscritto le due misure. Ora ci si chiede preoccupati: sarà tutto da rifare?

Pensioni 2018: voto subito o governo tecnico?

Moltissime le polemiche contro l’operato del Presidente Mattarella, duri affronti anche da parte dei due leader politici che non sono riusciti, forse per scelta, a salire alla guida del Paese.

Ricordiamo infatti che Mattarella ha ripetutamente richiesto un nome differente rispetto a quello di Savona, accettando tutto il resto, tempi, nomi e contratto del M5S-Lega, che però non è mai giunto. Dubbi espressi sia da Rosario Trefiletti, Federconsumatori, quanto da Cesare Damiano, Pd, entrambi hanno sostenuto che l’essersi impuntati su un nome nascondeva un’altra intenzione di fondo, non certo salire al Governo e riformare la Fornero.

Trefiletti ha scritto su Facebook: “Al netto di cose impossibili o non condivisibili del programma di Governo chiedo ai due ragazzi ( Matteo e Luigi ) non era meglio non impuntarsi su un nome (c’era peraltro l’alternativa Giorgetti) e attuare norme sulle pensioni, sulla scuola, sulla povertà ecc. ecc. che molti si aspettavano? Ed ora rimarranno delusi? In compenso se la prenderanno con Mattarella. E sai che soddisfazione”. E poi ancora: “Insisto: ma uno per non cambiare un ministro (pur bravo, ma non è Giuseppe Mazzini) non fa fare il Governo per realizzare il suo programma ha e doveva avere in mente altro, perdiana! Io ci avrei messo addirittura anche un cavallo come fece Caligola!” Damiano dal canto suo ha scritto in una recente nota stampa: “Si può dire che c’erano tutte le condizioni per far decollare il Governo.

Risulta invece evidente che l’obiettivo perseguito da Salvini era tutt’altro. In gioco, purtroppo, non c’è più il superamento della legge Fornero, ma il futuro stesso della democrazia, il valore della Costituzione come casa comune degli italiani e la tutela del loro benessere economico nel contesto europeo”.