Mentre perdura tuttora la crisi istituzionale italiana, continua il dibattito sull'argomento Pensioni, con interventi di varie personalità a sostegno della necessità di interventi correttivi all'attuale sistema.

Susanna Camusso, dichiarazioni contro Legge Fornero e Jobs Act

Secondo quanto recentemente dichiarato dalla leader della CGIL, sia la Legge Fornero che il Jobs Act rappresentano una vera e propria rottura con il mondo del lavoro. In particolare l'attuale sistema pensionistico, sostiene la Camusso, è ingiusto e va cambiato ritornando a requisiti per il diritto alla pensione che siano più accessibili, mentre le norme introdotte dalla riforma Fornero altro non sono che un modo per scaricare il problema del debito pubblico solo su una parte del nostro Paese: i lavoratori.

Queste dichiarazioni troveranno senza dubbio il consenso di moltissimi cittadini che considerano necessario che si ritorni a condizioni pensionistiche più accettabili, avendo in molti magari già provato sulla propria pelle cosa significa essere lavoratori anche in età non più giovane. Ma per cambiare il sistema, oltre alle parole, c'è bisogno di azioni conseguenti, che la CGIL avrebbe le condizioni per promuovere e portare avanti, ma che però fino ad oggi non pare abbia fatto con particolare convinzione.

Il problema degli esodati

Il tramonto dell'ipotesi di un governo di Movimento 5 Stelle e Lega, guidato da Conte, ha fatto naufragare la possibilità dell'attuazione della cosiddetta “Quota 100”; la proposta potrebbe ritornare a galla nel caso che le consultazioni in corso in questi giorni, aventi ancora per protagonisti Mattarella, Di Maio e Salvini, dovessero giungere ad una conclusione stavolta positiva.

Indipendentemente però da quale tipo di governo si arriverà a formare, i Comitati degli Esodati stanno continuando a far sentire la propria voce, lamentando l'urgenza di un provvedimento a risoluzione della questione. Secondo il loro esponente Luigi Metassi, infatti, è indispensabile che venga approvata al più presto la “nona salvaguardia”, che sarebbe un provvedimento possibile anche nel caso si dovesse costituire un governo di sola ordinaria amministrazione.

Gli esodati che beneficerebbero del provvedimento sarebbero circa 6.000, e si tratta di persone che ormai da ben sette anni sopravvivono senza percepire alcun tipo di reddito, sia da lavoro che da pensione.