Tra i dossier più urgenti per il prossimo governo vi è quello relativo alle Pensioni: con l'uscita di scena di Quota 100 e a fine anno anche di Quota 102, i lavoratori italiani si ritroverebbero nella condizione di poter accedere alla pensione con le regole previste dalla legge Fornero, cioè una volta raggiunti i 67 anni di età anagrafica oppure i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Le proposte della destra
Nei programmi elettorali della destra, schieramento vincitore delle ultime elezioni, era prevista una modifica alla legge Fornero.
Fratelli d’Italia, primo partito in Italia dopo le elezioni, nel proprio programma parlava in particolare di necessità di innalzare le pensioni minime e quelle di invalidità e di istituire delle flessibilità in uscita, favorendo in questo modo il ricambio generazionale.
La Lega Nord ha invece portato avanti il proprio “cavallo di battaglia”, la Quota 41, cioè la possibilità di ritirarsi dal lavoro con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall'età. Dal sottosegretario della Lega Claudio Durigon è stata però avanzata anche la proposta di istituire un nuovo fondo per i pensionamenti anticipati, rivolto a quei lavoratori che si trovino a rischio licenziamento o cassa integrazione nelle aziende in crisi; secondo questa proposta i requisiti richiesti sarebbero invece i 62 anni di età e i 38 di contributi.
La proposta dell'INPS
Anche dall'INPS, nella persona del presidente Pasquale Tridico, era stata lanciata la proposta di una pensione anticipata raggiungibile a circa 62 o 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi previdenziali, ma attribuendo in questo caso un assegno parziale.
Le richieste dei sindacati
Le organizzazioni sindacali spingono per l'introduzione di regole più flessibili, chiedendo che i lavoratori possano andare in pensione o con il requisito anagrafico dei 62 anni di età oppure con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall'età.
Se questo può essere sufficiente per il generico lavoratore, è poi necessario un particolare sostegno alle categorie più deboli, come i disoccupati, gli invalidi, gli appartenenti alle categorie dei lavori gravosi e usuranti, le donne; a costoro andrebbero garantite delle condizioni più favorevoli e strutturali. Secondo i sindacati è inoltre necessario ampliare la platea dei lavori gravosi ed usuranti, dalla quale allo stato attuale diverse categorie di lavoratori disagiati sono escluse.
I sindacati ritengono inoltre necessario modificare l'attuale sistema che prevede l'adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranza di vita, che penalizza doppiamente i lavoratori, in quanto tale meccanismo interviene sia sui requisiti anagrafici e contributivi sia sul calcolo dei coefficienti di trasformazione, che determinano l'ammontare dell'assegno pensionistico.