Tra i punti contenuti nel “Contratto di governo”, ratificato tra Movimento 5 Stelle e Lega, vi è la cosiddetta “Quota 100”, cioè una modifica dell'attuale sistema pensionistico in modo tale da permettere l'uscita dal lavoro una volta raggiunto il totale di 100, come somma degli anni di età anagrafica e di anzianità contributiva. Per sua definizione, la somma totale è raggiungibile senza che siano previsti limiti minimi a ciascuno dei due addendi, cioè il lavoratore o la lavoratrice raggiungono il diritto alla pensione quando la loro somma “personale” fa 100, senza però che sia richiesta un'età minima o un numero di anni minimo di contributi.
Alcuni dubbi sulla sostenibilità della riforma
Siccome però la somma che da “Contratto” si stanzierebbe per la Quota 100 è di 5 milioni di euro, l'opinione di Stefano Patriarca, ex consulente di Palazzo Chigi sulla previdenza, riportata da “Il Fatto quotidiano”, è quella che dietro le dichiarazioni della coppia Di Maio-Salvini ci sia il trucco: Patriarca ha il sospetto che, in realtà, solo alcuni lavoratori potranno beneficiare della Quota, in particolare si tratterebbe di coloro che hanno raggiunto almeno i 64 anni di età, con una contribuzione minima di quindi 36 anni; per gli altri non ci sarebbero risorse finanziarie a sufficienza. La “Legge Fornero” non verrebbe quindi, in questo modo, affatto superata, bensì solamente in qualche maniera mitigata.
Anche il Presidente dell'INPS, Tito Boeri, alcuni giorni fa ha affermato che il costo complessivo, che deriverebbe dall'applicare a tutti i lavoratori la Quota 100, sarebbe di 15 milioni di euro all'anno, che a regime diventerebbero addirittura 20, cifre quindi ben più rilevanti dei 5 milioni previsti. In sostanza, quindi, si inizia a ipotizzare che verrà alla fine posto un tetto di età anagrafica minima per l'uscita dal lavoro.
Le aspettative degli elettori
Restiamo quindi in attesa delle conferme o smentite ufficiali dei diretti interessati, coloro cioè che si sono fatti carico di dare vita ad un nuovo esecutivo. Di sicuro, visto il risultato elettorale che ha premiato 5 Stelle e Lega, partiti che hanno basato gran parte della propria campagna elettorale sulla necessità del superamento della “Fornero”, la maggioranza della popolazione si aspetta che in materia di previdenza si intervenga in maniera decisa, e non certo limitandosi ad alcuni ritocchi che non cambierebbero la sostanza della situazione.