Buone notizie dal mondo del lavoro. La disoccupazione nel mese di aprile rimane stabile (all'11,2%) mentre aumenta l'occupazione che supera quella del 2008. Per la prima volta si superano i livelli pre-crisi. Ma gli under 35 continuano a risultare penalizzati con la disoccupazione giovanile che sale.
Le cause
Le cause della stabilità della disoccupazione sono principalmente due: l'aumento degli occupati, segno quindi che l'economia italiana sta riprendendo a muoversi, e la diminuzione degli inattivi. Sempre di più sono quelle persone, infatti, che stanno cercando lavoro: il livello degli inattivi è sceso dello 0,6% con un calo di 74mila unità nel mese di aprile (che diventano 318mila se si guarda tutto l'anno).
Un piccolo esercito di aspiranti lavoratori sta venendo alla luce, quindi, rimboccandosi le maniche e cercando un impiego.
Gli occupati
Dopo dieci anni di vacche magre, dove trovare lavoro era davvero difficile, gli impieghi iniziano ad aumentare come dimostra il tasso degli occupati che inizia a crescere superando di 23 mila unità il livello raggiunto nel 2008. Il numero di lavoratori si aggira infatti intorno a 23 milioni e 200 mila persone con un tasso di occupazione che arriva al 58,4%. Anche le donne hanno più possibilità lavorative come dimostra l'aumento di 52mila unità nel mese di aprile. Questi risultati sono sorprendenti se si pensa che, non solo si è ritornati ai numeri che si registravano prima della terribile crisi economica del 2008, ma addirittura un livello di occupati simile non si era mai registrato in Italia.
Inoltre l'aumento degli occupati si riscontra un po' ovunque: fra i dipendenti, i liberi professionisti, i giovani, gli over 50 e cosi via.
Non tutto va bene
Non cresce, invece, il numero di chi ha un lavoro a tempo indeterminato (meno 37 mila) segno che la piaga del precariato non si è ancora risolta. Ma la nota dolente riguarda i giovani.
Se è vero che sta crescendo il numero degli occupati anche nel mondo giovanile (tra i 15 e i 35 anni) è salita di 0,6 punti percentuali la disoccupazione giovanile e si è molto lontani dal tasso di disoccupazione del periodo pre-crisi, sotto, rispetto all'attuale, di ben 13 punti.
C'è ancora molto lavoro da fare, insomma, ma se si tiene conto del fatto che non si conoscono ancora gli effetti dei nuovi sgravi alle assunzioni della legge di Bilancio 2018 e che questi segnali positivi si registrano in un periodo di crisi politica con lo spread che sale e scende come un ascensore, possiamo dire che siamo sulla buona strada.