Dall'Istat arriva una doccia fredda per il mercato del lavoro. Dai dati di giugno è risultato un aumento della disoccupazione e del precariato. Male anche gli occupati. Hanno perso il posto di lavoro 49mila persone.

Aumenta la disoccupazione

Secondo l'Istat, infatti, il tasso di disoccupazione (il numero di persone che cercano lavoro sul totale della forza lavoro) è salito al 10,9%, aumentando di due decimi di punto. Le persone senza un impiego raggiungono cosi il numero di 2 milioni e 886mila. Cresce dunque il divario tra l'Italia e la zona euro, dove il tasso di disoccupazione è più contenuto (8,3%).

Anche la disoccupazione giovanile si è impenna, aumentando del 0,5% e toccando quota 32,6%. Peggio di noi in Europa fa solo la Spagna (34,1%), anche se si ritiene che la Grecia, pur non essendo inserita nei dati Eurostat, presenti un tasso di disoccupazione giovanile ancora più alto.

Aumento del precariato

Si è registrato per il mese di giugno una diminuzione del numero degli occupati, con meno 49 mila unità. Ma un altro dato allarmante è arrivato dal mondo dei precari, cioè quelle persone che hanno un contratto a tempo determinato. Sono, infatti, aumentati di 16mila unità, raggiungendo il sorprendente numero di 3 milioni e 105mila persone senza un lavoro fisso.

Le categorie più svantaggiate

Se si guardano, poi, i dati dell'ultimo anno degli occupati, ci si trova di fronte ad uno scenario dove le categorie intermedie (cioè i lavoratori tra i 35 e 49 anni) sono svantaggiate.

Il numero maggiore di occupati è registrato nella categoria degli over 50. Si ha persino un lieve aumento del numero di occupati tra i giovani (più 38mila per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni e più 81mila per gli italiani tra i 25-34). Gli occupati nell'età compresa tra i 35 e i 49 anni, invece, hanno subito un brusco calo di 145mila unità.

Dai dati Istat si è notata inoltre una inversione di tendenza rispetto al passato. Sebbene gli over 50 rappresentino la categoria più numerosa nel mondo del lavoro c'è stata una diminuzione del numero di lavoratori in questa fascia. Dato insolito, vista la tradizionale crescita degli occupati in questa fascia di età dovuta all'invecchiamento della popolazione e alle riforme pensionistiche.

Diminuiscono gli inattivi

L'unico dato confortante è che a contribuire all'aumento della disoccupazione è la diminuzione degli inattivi, cioè quelle persone che non studiano e non cercano lavoro. Sempre più italiani, quindi, non rimangono con le mani in mano, ma tentano comunque di trovare un'occupazione anche a tempo determinato.