Le ultime novità sulla riforma delle pensioni arrivano da due figure autorevoli: il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e Tommaso Nannicini del Pd. Entrambi hanno espresso pareri contrari all'operato dell'attuale governo in tema previdenziale. Il primo ha fatto notare (parlando all'assemblea Di Unindustria a Torino) al neo ministro Di Maio che le Pensioni non possono essere la priorità del Paese, in quanto l'attenzione deve esser rivolta ai giovani e alla competitività delle imprese. Il secondo ha fatto presente che il taglio ipotizzato sulle pensioni d'oro non possa essere sufficiente in termini di risorse all'aumento delle pensioni minime e a finanziare il reddito di cittadinanza.

Inoltre, attraverso la flat tax, quei pensionati d'oro avrebbero ulteriori vantaggi, come a dire: si toglie da una parte per dare più generosamente dall'altra.

Pensioni 2018, Boccia: 'Le pensioni non sono la priorità del Paese'

Il Presidente di Confindustria, Boccia, a margine dell'assemblea di Unindustria a Torino, ha espresso forti perplessità alle ipotesi di modifiche pensate dal nuovo governo Di Maio e Salvini. Non sono le pensioni, ha detto, la priorità del nostro Paese. In Italia si deve in primis parlare di lavoro e giovani, ponendo l'attenzione da un lato a politiche per i giovani con i piani di inclusione nella Pubblica amministrazione e nel mondo privato e dall'altro è necessario, per riuscirci, rendere maggiormente competitive le imprese italiane affinché riescano a creare occasioni di lavoro strutturali.

Anche perché, ha ricordato Ghiselli (segretario confederale della Cgil)) ai microfoni di 'Italia parla', i giovani di oggi, se non si fanno politiche governative di medio-lungo corso rischieranno di essere i pensionandi poveri di domani. Non è sufficiente uno sguardo miope che punti a risoluzioni di oggi.

Pensioni tra spot e realtà: Nannicini sui tagli alle pensioni d'oro

Tommaso Nannicini, del Pd, ha provato a fare una stima dei proventi che si ricaverebbero dal taglio delle pensioni d'oro. Si tratterebbe di ricavare solo 115 milioni, rispetto al miliardo annunciato da Di Maio. Solo 30 mila persone, spiega, percepiscono assegni superiori ai 5 mila euro netti.

Su queste pensioni avverrebbe il taglio proposto da M5S e Lega. Dunque, dice Nannicini, la parte eccedente non giustificata dai contributi non corrisposti di un pensionato che percepisce ad esempio 6000 euro, comporterebbe un taglio di 300 euro. Peccato, aggiunge l'esponente Pd, che quel taglio, attraverso la flat tax sarà ampiamente rimborsato: "la pensione, appena decurtata di circa 300 euro, non solo tornerebbe ai livelli precedenti ma addirittura aumenterebbe di circa 1.700 euro. Dalla pensione d’oro a quella di diamante".