Sul decreto dignità si apre un nuovo scontro tra il Governo Conte e il presidente dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, Tito Boeri. Al centro delle polemiche, ancora una volta, le relazioni tecniche e le stime che accompagnano il decreto legge già varato dal Consiglio dei Ministri e in attesa della conversione in Parlamento. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, in una nota congiunta con il ministero dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, sembrano da un lato smorzare i toni della querelle aperta ieri con il Mef e la Ragioneria generale dello Stato, dall’altro sembrano, però, voler accendere nuove polemiche con l’Inps.

Decreto Dignità, noto congiunta Tria-Di Maio per smentire contrasti tra ministeri e Ragioneria

Nella nota diffusa ieri, viene spiegato come il vicepremier pentastellato non abbia lanciato accuse contro la Ragioneria dello Stato e nemmeno contro il Mef su quanto scritto nella relazione che accompagna il decreto dignità. Però i due esponenti del governo gialloverde continuano a ritenere che, comunque, ci sia “una manina” che ha inserito la presunta perdita di 8mila posti di lavori con il dl, ma non va cercata, secondo Tria e Di Maio, nell’ambito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Sempre in merito alla relazione sul dl dignità, il ministro Tria sostiene – secondo quanto si afferma nella nota congiunta - che le previsioni di fonte Inps sulle ricadute delle nuove norme in merito ai contratti di lavoro sono “discutibili” poiché “prive di basi scientifiche”.

Infuriato il presidente dell’Inps, secondo il quale le affermazioni dei ministri del Lavoro e dell’Economia rappresentano “un attacco senza precedenti – è quanto sostiene Tito Boeri secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa - un attacco alla credibilità di due istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici”.

Tito Boeri: "Attacco senza precedenti, mina credibilità di importanti istituzioni’

L’economista bocconiano, chiamato tre anni fa dal Governo Renzi a presiedere l’Istituto nazionale per la previdenza sociale, sostiene, in pratica, che le dichiarazioni di Di Maio e Tria minano la credibilità sia dell’Inps che della Ragioneria dello Stato.

“Quanto al merito – ha aggiunto Boeri rincarando la dose - siamo ai limiti del negazionismo economico". La querelle fa seguito a quella scoppiata dopo le parole pronunciate dal ministro Di Maio in un video pubblicato su Facebook: secondo il vicepremier “il decreto dignità ha contro lobby di tutti i tipi”. Di Maio, in particolare, ha fatto riferimento alle stime che parlano della scomparsa di ottomila posti di lavoro in una anno. Stime che non hanno alcuna validità per il vicepremier pentastellato e che sarebbero state inserite da “una manina” la notte prima che il decreto dignità venisse inviato alla Presidenza della Repubblica.