Parlando alle Commissioni Congiunte Industria e Lavoro in Senato, Luigi Di Maio ha elencato tutto ciò che lui ed il suo Esecutivo hanno in mente in materia previdenziale. Dalle misure indirizzate al superamento della riforma Fornero, a quelle che mirano a colpire i privilegi di politici e pensionati d’oro. Proprio sull’argomento tagli ieri è stata una giornata importante, perché alla Camera si discuteva dell’ormai famoso taglio dei vitalizi. A Montecitorio non ci sono state sorprese, con l’ok della Camera ai tagli previsti dall’ordinanza Fico. E adesso si passa alle Pensioni d’oro, che però come polemicamente ricorda un articolo del quotidiano “Il Giornale”, non sono quelle di cui Di Maio parlava prima di diventare Ministro e Vice Premier.
Il primo colpo
Anche gli assegni percepiti dagli ex parlamentari (la delibera però riguarda solo quelli della Camera) verranno ricalcolati con il metodo contributivo. E di fatto questi assegni verranno drasticamente ridotti proprio in virtù del penalizzante calcolo previsto dal sistema contributivo che oggi si applica alla generalità delle pensioni. L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera alla ormai nota delibera Fico. L’atto che porta il nome del Presidente della Camera e grillino, Roberto Fico è quella sul taglio ai vitalizi. La delibera sarà vigente dal 1° gennaio 2019, anche se adesso l’atto passerà al Senato che deve dare la sua valutazione. Un taglio che ad oggi interessa 1240 ex deputati della Camera ma non gli ex Senatori.
Sulla misura infatti restano molti i dubbi di incostituzionalità che come già annunciato da molti, darà il la a numerosi ricorsi. Il Presidente del Senato, la Casellati, prima di valutare l’applicazione di questo taglio anche agli ex inquilini di Palazzo Madama, vuole essere certa che la delibera sia in linea con la nostra Costituzione, in modo tale da fugare qualsiasi dubbio.
I primi commenti sono stati entusiastici da parte dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle che da sempre hanno assunto il taglio dei vitalizi a loro cavallo di battaglia. Anche Salvini per la Lega ha mostrato soddisfazione, sottolineando come chi adesso vuol presentare ricorso contro questo atto, dovrebbe vergognarsi.
E adesso i pensionati
Di taglio in taglio adesso l’obbiettivo va sulle pensioni alte e non consone ai contributi versati da parte di chi secondo Di Maio, resta un privilegiato. Il tema è stato affrontato da Di Maio in Senato durante la trattazione delle linee programmatiche dei suoi dicasteri. Secondo il Giornale però, Di Maio ha cambiato un po’ strategia. Anche le pensioni d’oro sono da sempre argomento a cuore ai pentastellati ed al loro capo politico. Solo che fino alla campagna elettorale, le pensioni d’oro di cui tanto si parlava erano quelle a partire dai 5.000 euro netti al mese. Durante l’intervento al Senato e poi in varie interviste, il Vice Premier ha parlato di pensioni d’oro da considerare a partire dai 4.000 euro.
Dovrebbe essere proprio quella la soglia di reddito a partire dalla quale tutte le prestazioni pensionistiche già in essere, verranno ricalcolate con il sistema contributivo. Ed anche in questo caso sono attesi ricorsi e polemiche per un colpo che arriverà anche a pensionati che inizialmente credevano di essere salvaguardati dalla mannaia del Governo. Evidente che la ricerca delle coperture finanziarie ai provvedimenti di riforma previdenziale che lo stesso Di Maio ha confermato al Senato, stanno spingendo l’Esecutivo ad allargare il tiro alla ricerca di fondi. Proprio i tagli alle pensioni d’oro per esempio, serviranno, secondo le parole del Ministro del Lavoro, a finanziare la pensione di cittadinanza che porterà le minime a 780 euro al mese.