Cristiano Ronaldo alla Juventus ha fatto rumore. Probabilmente molto più di quello che lo stesso campione portoghese avrebbe mai potuto immaginare. Oltre infatti alla bomba di calciomercato che ha spostato gli equilibri all'interno del campionato italiano, da sette anni nelle mani della Juventus, il suo arrivo ha fatto esplodere anche una questione sociale come non si vedeva da anni.

Mentre nello stabilimento di Pomigliano d'Arco gli operai hanno manifestato il loro dissenso attaccando manifesti con il volto del noto calciatore sui muri della fabbrica con sotto frasi che parlavano del suo lauto stipendio, l'Unione Sindacati di Base (che tra l'altro non ha alcun rappresentante nello stabilimento FIAT di Melfi) hanno proclamato uno sciopero di due giorni.

I motivi dello sciopero

Sostanzialmente il motivo dello sciopero è l'acquisizione di Ronaldo; scendendo invece più in profondità e volendo arrivare alle radici della questione, la cosa è ben più seria. Difatti a partire da agosto fino al gennaio del 2019, gli operai della FIAT nella città federiciana vedranno decurtarsi il loro stipendio del 25-30% a causa della richiesta dell'azienda di contratti di solidarietà. La motivazione sta nel fatto che sarà interrotta la produzione della Punto per essere convertita in auto elettrica, e che quindi vedrà una diminuzione dello stipendio lordo sulla loro busta paga.

Il sunto del comunicato del sindacato di base essenzialmente critica questa scelta, non per il valore in sé ma perché se da una parte si chiedono sacrifici agli operai, dall'altra invece si spendono cifre (folli in questo calciomercato), per un uomo che è già di per sé un'azienda che fattura annualmente decine di milioni di euro.

Insomma un'azienda di medie-grandi dimensioni.

Cristiano Ronaldo, invece tra sponsor ed ingaggio guadagnerà annualmente oltre 30 milioni di euro, con affare complessivo su oltre duecento tra spese per ingaggio, cartellino e commissioni al suo potente procuratore portoghese Jorge Mendes. Questa disparità ha causato malumore e quindi l'indizione dello sciopero da parte degli operai che si attendono una risposta forte da parte di FCA, che ancora non è arrivata, anche perché vi è da considerare che i due bilanci sono distinti tra loro, anche se facenti parte entrambi della Exor, la cassaforte di famiglia degli Agnelli, che ad ogni modo per quanto trapela ha ancora intenzione di investire nella Juventus.