Smonteremo la riforma Fornero pezzo per pezzo ormai è un ritornello quotidiano. Matteo Salvini - rispondendo ai moniti della BCE - continua dunque sulla sua strada, quella che vede Quota 100 da avviare già nel 2019. La riforma è una priorità e l’Europa deve farsene una ragione: questo in sintesi ciò che Salvini ha ancora una volta dichiarato nelle ultime ore come riportato anche dal quotidiano “Il Giornale”. Quota 100 dovrebbe essere la misura con cui far partire la riforma, tanto è vero che le ultime indiscrezioni - riprese tra gli altri anche da 'Il Sole 24 Ore' - dicono che potrebbe essere inserita nella prossima manovra di fine anno, quella che il Governo inizierà a varare ad ottobre.

Quota 100

Per adesso è solo una ipotesi, ma se davvero la misura entrerà nella Legge di Bilancio, nel 2019 si potrà andare in pensione raggiungendo la Quota 100 da intendersi come somma tra età anagrafica e contributi versati. L’età minima da avere per poter accedere alla misura sarà però di 64 anni. In pratica, chi con 64 anni di età avrà racimolato 36 anni di contribuzione previdenziale versata, potrà andare in pensione con questo nuovo strumento previdenziale. Allo stesso modo potranno andare i sessantacinquenni o i sessantaseienni con 35 o 34 anni di versamenti completati. I contributi figurativi utili al calcolo dovrebbero essere massimo due anni, ad eccezione di quelli da servizio militare o da maternità che sarebbero sempre validi.

L’aspettativa di vita

Quota 100 significa pensione anticipata per chi ha periodi di contribuzione piuttosto lunghi. Per chi non arriva ai 34, 35 o 36 anni di contribuzione accumulata, non resterà che la pensione di vecchiaia. Questa misura, riforma o non riforma, nel 2019 potrà essere centrata con soli 20 anni di contributi versati ma con almeno 67 anni di età.

La pensione di vecchiaia infatti si centrerà 5 mesi più tardi dal prossimo primo gennaio perché l’aspettativa di vita ha già decretato l’aumento di età pensionabile dai 66 anni e 7 mesi di oggi, ai 67 del 2019. Anche la pensione di anzianità potrà essere raggiunta con 5 mesi di ritardo rispetto ai requisiti validi per tutto il 2018.

Se oggi un uomo per andare in pensione senza limiti di età deve avere 42 anni e 10 mesi di contribuzione previdenziale, nel 2019 ne dovrà maturare 43,3. Lo stesso accadrà per le donne, con i requisiti contributivi che però sono inferiori di un anno esatto. Questo in attesa che il Governo vari quota 41, la nuova pensione di anzianità che vorrebbe dire anticipare di oltre 2 anni l’uscita dal lavoro per raggiunto limite di contribuzione necessaria. Una misura però che il Governo non sembra intenzionato a lanciare subito. Quota 100 e Quota 41 paiono il futuro della previdenza italiana ma occorrerà seguire tutti gli sviluppi per capire cosa in concreto potrà fare l'Esecutivo Conte.