Tanti ancora i dubbi in campo previdenziale, ma attraverso le varie dichiarazioni di Salvini e Di Maio e le notizie apparse sui vari media, oltreché le dichiarazioni di Brambilla (Lega), inizia finalmente a delinearsi in maniera leggermente più chiara quella che potrebbe essere ricordata come la controriforma Fornero. In linea di massima dal 2019 dovrebbe vedersi attuata subito la quota 100 con superbonus del 30% per chi resterà al lavoro, poi dal 2020 potrebbe essere la volta della quota 41, che potrebbe cedere il passo per questioni finanziarie alla quota 42 senza limiti anagrafici, e si andrà verso l’abolizione dell’Ape sociale.
I dettagli.
Pensioni, Quota 100 dal 2019 da 64 anni e 36 di contributi con superbonus
La misura più attesa di tutte, perché potrebbe riguardare un alto numero di persone, è la quota 100. In campagna elettorale si era inteso che la quota 100 potesse essere libera da limiti anagrafici e contributivi, poi probabilmente le prime stime sui costi hanno fatto ricredere l’esecutivo, che per bocca di Di Maio, ministro del lavoro, ha affermato che probabilmente la quota 100 non sarà per tutti, infatti il Governo sta valutando le possibili combinazioni.
La proposta più plausibile, stando alle dichiarazioni di Brambilla, esperto previdenziale della Lega che sulla quota 100 è stato parecchio esplicito, e stando alle stime di Boeri, pare che l’unica soluzione potrebbe essere una quota 100 a partire dai 64 anni d’età e 36 di contributi.
Questo ridurrebbe di moltissimo la platea dei beneficiari, ma per evitare flussi pensionistici elevati, il Governo ha pensato di varare una eventuale quota 100 con paletti associata al superbonus del 30%.
Ossia la possibilità di restare al lavoro, attraverso un incentivo, per tutti coloro che pur avendo i requisiti per accedere alla quiescenza decideranno di non andare in pensione anticipata, così facendo si ridurrà il flusso in uscita, si conterranno i costi, e allo stesso tempo il lavoratore si troverà al netto 30% in più in busta paga, in quanto non verserà più i contributi previdenziali. I precoci dalla loro attendono la quota 41 per tutti, che potrebbe cedere il passo, alla quota 42.
Pensioni, Quota 41 dal 2020 o quota 42?
La quota 41 non sarà approvata subito. Infatti sia Di Maio sia Salvini hanno specificato che si partirà dalla quota 100 subito nel 2019 per poi arrivare alla quota 41 in seguito, si ipotizza nel 2020.
I precoci sono adirati per essere stati nuovamente messi da parte anche dal Governo del cambiamento. Confidavano, avendo già alle spalle una situazione chiara, ossia ben 41 anni di contributi versati, di poter essere i primi ad avere 'giustizia'. Inoltre, dal momento che la quota 41 per tutti senza limiti anagrafici e senza limiti di gravosità dei mestieri parrebbe, stando alle stime, eccessivamente cara, il Governo per poterla concedere senza limiti anagrafici pare che potrebbe propendere per l’aggiunta di un anno in più di contributi. Ossia quota 42 per tutti. I precoci sui social si dicono adirati ed esausti, sarà davvero questa la controriforma tanto attesa? Se si aggiunge che resta il sospetto del ricalcolo contributivo dal '96 e dunque di una penalizzazione in termini di assegno, va da sé che in molti iniziano a sperare resti intatta la Fornero.