Pensioni sempre al centro dell'attenzione e del dibattito che sicuramente avrà un capitolo molto importante al rientro dalla pausa estiva. Ad ottobre infatti dovrebbero iniziare i lavori della nuova Legge di bilancio, il contenitore dove dovrebbero finire le nuove misure previdenziali che il Governo dovrebbe varare. Quota 100 e quota 41 sono i provvedimenti cardine, anche se nelle ultime settimane qualcosa sembra stia cambiando nelle mire dell'Esecutivo. Quota 41 ormai sembra misura accantonata, sostituita dalla quota 42. Anche quota 100, la misura che sembrava ormai in procinto di essere varata già nella prossima manovra di fine anno, inizia a scricchiolare.

Un interessante articolo del quotidiano "Repubblica" inizia a sollevare dubbi sulla riuscita in tempi stretti di quota 100, ipotizzando addirittura un sorpasso di quota 42 in vista della manovra. Resta probabile comunque lo slittamento di questa nuova misura di pensione anticipata all'anno venturo, perché margini finanziari e tempi ristretti non autorizzano all'ottimismo.

Quota 42 come funzionerebbe?

Stime ed analisi relative alla nuova pensione di anzianità che il Governo vorrebbe emanare sottolineano come con quota 42 molti lavoratori con carriere continue ed ininterrotte, potrebbero lasciare il lavoro in anticipo rispetto alle soglie attuali. Quota 41 che era la misura promessa in campagna elettorale e inserita anche nel contratto di Governo sembra essere stata accantonata.

La nuova pensione anticipata comunque resta in cima alle idee di riforma del Governo e proprio quota 42 senza limiti di età potrebbe essere la misura giusta per superare i pesanti vincoli che la Fornero ha imposto. Nel 2019 infatti, le pensioni anticipate saliranno a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.

Evidente che i lavoratori maschi trarrebbero importanti vantaggi in termini di uscita, cioè oltre un anno prima del previsto. Meno appetibile lo sconto offerto alle donne (solo 3 mesi), soprattutto se si considera che la riuscita della misura passa necessariamente dal ricalcolo con il sistema contributivo degli assegni erogati con questa quota 42.

Infatti la fattibilità della misura (per qualcuno meno onerosa perfino di quota 100) passa proprio da questo ricalcolo di assegno penalizzante per i neo pensionati.

I costi di quota 100

Secondo le stime, quota 100 potrebbe costare tra i 4 ed i 14 miliardi annui. Cifra variabile in base ai paletti ed ai vincoli imposti alla misura. La soluzione più economica e forse più fattibile resta quella con l'inserimento dell'età minima di uscita a 64 anni. Una quota 100 vincolata all'età, cosa che non era prevista in campagna elettorale e nemmeno nel contratto di Governo. Restano comunque tutte le difficoltà di costo, con debito pubblico e Pil che non consentono operazioni su larga scala. Una riforma dunque che dovrebbe prevedere diverse fasi e che nella prossima Legge di Bilancio potrebbe riguardare solo una delle misure di cui si parla.

Quota 100 con tre canali di uscita, cioè 64 anni e 36 di contributi, 65 e 35 e 66 e 34, oppure quota 42, la nuova pensione di anzianità. Ma come funzionerebbe la quota 42? Con quest'ultima, tutti i lavoratori, precoci e non, potrebbero anticipare l'uscita dal lavoro senza considerare l'età anagrafica che hanno. L'appetibilità della misura dovrebbe essere garantita proprio dall'universalità della stessa che rispetto alla quota 41 in vigore oggi, non presenta alcun limite di platea degli aventi diritto. Infatti quota 41 di oggi, misura più assistenziale che previdenziale, risulta fruibile solo a disagiati come i caregivers, gli invalidi, i disoccupati ed i lavori gravosi.