Il vertice di Governo sulla Legge di Bilancio 2019 ha restituito interessanti novità anche per quanto riguarda il tema Pensioni e le misure che l'esecutivo Conte intende introdurre per contrastare gli effetti della Legge Fornero. Parlare di 'superamento' della manovra dell'ex ministro Monti, infatti, appare piuttosto audace, visto che non sarà possibile intervenire efficacemente su diverse questioni riguardanti la flessibilità dell'uscita pensionistica. La novità più importante riguarda la possibile introduzione di Quota 42 al posto di Quota 100, mentre l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, critica, ancora una volta, le divergenze di opinioni in seno al Governo Conte e le contraddizioni rispetto alle promesse lanciate in occasione dell'ultima tornata elettorale.

Pensioni, quota 42 invece di quota 100?

Secondo quanto riportato da 'Il Sole 24 Ore', la Quota 100 avrebbe un costo che varia dai 4 miliardi (nel primo anno) ai 12-14 miliardi l'anno con l'entrata a regime. Ecco perché l'esecutivo starebbe valutando l'ipotesi di intraprendere un'altra strada che, in ogni caso, non soddisferà i lavoratori: indipendentemente dall'età anagrafica, accesso alla pensione di anzianità con 42 anni di contributi. Una proposta che, certamente, indignerà i lavoratori precoci che, da tempo, reclamano l'introduzione di quota 41 per tutti, senza paletti, e che continuano ad esprimere le loro proteste in merito ad un governo che non sembra avere l'intenzione di mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale.

Damiano: 'Quota 100 a 64 anni peggiore dell'Ape Sociale, tradite le promesse elettorali'

Anche l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, è tornato sull'argomento pensioni, affermando che il tema previdenziale per l'esecutivo Conte, 'appare e scompare come le acque carsiche'. Se da una parte Matteo Salvini propone Quota 100, dall'altra parte Di Maio sembra ignorarlo, con il premier Conte che proprio evita l'argomento.

Damiano, senza peli sulla lingua, parla di proposte peggiorative rispetto all'Ape Sociale, considerando una Quota 100 con 64 anni di età e il ricalcolo contributivo a partire dal 1996. L'esponente del Partito Democratico ritiene che il Governo, in questo modo, non fa altro che tradire le promesse elettorali di Lega e Movimento Cinque Stelle. Se si vuole arrivare ad una maggiore flessibilità, non si può partire da una soglia più alta rispetto ai 63 anni.