Sono diverse le ipotesi sul pacchetto Pensioni da inserire nella nuova Legge di Bilancio. La Lega, infatti, è pronta a chiedere l'uscita a partire dai 62 anni di età unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi, anche se occorre fare chiare chiarezza sulle risorse finanziarie da impiegare per introdurre la misura della quota 100.

Sono circa otto i miliardi richiesti per il sistema delle quote ipotizzato dal segretario federale della Lega Matteo Salvini. Una misura che potrebbe garantire il pensionamento a circa 495 mila lavoratori. A Palazzo Chigi si continua a lavorare sulla possibilità di uscire anticipatamente dall'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 37 anni di versamenti contributivi: in questo caso, il numero dei potenziali beneficiari scenderebbe a 430 mila.

Come riportato dal Corriere della Sera, la partita sulle pensioni è ancora aperta e l'esecutivo giallo-verde si sta muovendo su diversi fronti.

Il Governo studia diverse ipotesi per limitare i costi

Al momento, infatti, sono varie le ipotesi in campo per consentire a migliaia di lavoratori di anticipare l'uscita rispetto alle regole previste dalla precedente Riforma Fornero. In primis, si pensa al ricalcolo dell'assegno previdenziale secondo il poco vantaggioso metodo contributivo per tutti i contributi effettivamente versati dopo il 1995, cosa che comporterebbe un taglio pari al 10-15 %. Inoltre, si sta studiando la possibilità di conteggiare non più di due anni di contributi figurativi ai fini del perfezionamento del requisito contributivo.

Con l'uscita a 62 anni previsti tagli dell'1-1,5%

Per ridurre i costi che la quota 100 potrebbe comportare alle casse statali, inoltre, i tecnici di Palazzo Chigi stanno valutando l'ipotesi di una penalizzazione temporanea pari a 1-1,5 punti percentuali per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età anagrafica previsti dalla Legge Fornero per il raggiungimento della pensione di vecchiaia.

Per questo motivo, l'ipotesi avanzata dal vicepremier della Lega Matteo Salvini potrebbe risultare non poco penalizzante.

Uscendo con 62 anni di età anagrafica, infatti, l'assegno previdenziale potrebbe subire una decurtazione che va dai 5 ai 7,5 punti percentuali. Un'altra ipotesi, invece, riguarda un taglio permanente ma in questo caso la misura della penalizzazione sarebbe più bassa.