Il governo continua a studiare l'applicazione della Quota 100 in vista della riapertura del tavolo di confronto per l'elaborazione della nuova Legge di Stabilità. Come ormai tanti sanno, il sistema delle quote sarà inserita nella manovra finanziaria anche se occorre fare un pò più di chiarezza sui requisiti e sulle risorse per evitare forti squilibri sui conti pubblici.

Allo studio del governo i vincoli per Quota 100

Come affermato dal quotidiano "Il Sole 24 Ore", infatti, l'esecutivo giallo-verde sta studiano la possibilità di introdurre alcuni paletti al famigerato meccanismo di quota 100.

Gli esperti economici di Palazzo Chigi stanno valutando la possibilità di introdurre un'uscita flessibile a partire dai 62 anni di età anagrafica e con non meno di 36 anni di versamenti contributivi. Un altro paletto, invece, riguarda una penalizzazione sull'assegno previdenziale pari a 1-1,5 punti percentuali per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età anagrafica previsti dalle rigide norme dettate dalla Riforma Fornero.

Con i paletti ipotizzati dall'esecutivo, i costi d'intervento scenderebbero dagli otto miliardi di euro previsti inizialmente ai sei miliardi. Secondo quanto affermato da "Il Sole 24 Ore", con la nuova misura in campo previdenziale verrebbe assicurata una copertura previdenziale a circa 300-400 mila lavoratori.

Si ipotizza un piano per i dipendenti in esubero

Gli esperti economici della Lega, invece, hanno ipotizzato un ulteriore aumento della platea dei potenziali beneficiari: circa 300-350 mila pensionamenti aggiuntivi annui. Inoltre, è ancora allo studio del Governo Conte la possibilità di uscire anticipatamente all'età di 62 anni senza penalizzazioni per i lavoratori dipendenti di aziende che attraversano periodi di crisi.

Con tale ipotesi, le aziende rientranti nei 144 tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo Economico, avranno la possibilità di versare i contributi fino ad un massimo di cinque anni al fine di garantire il pensionamento anticipato ai dipendenti in esubero attraverso delle agevolazioni fiscali. Difatti, si ipotizza anche la creazione di un fondo di solidarietà bilaterale presso Fondimpresa.

Resta ancora un nodo aperto, invece, la questione riguardante l'abbassamento del requisiti contributivi a 41 anni e 6 mesi per anticipare l'uscita dall'attività lavorativa indipendentemente dall'età anagrafica. Una misura che sarebbe troppo costosa per le casse statali e pertanto, si pensa al congelamento dei requisiti attualmente in vigore (42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).