Settimana clou per la riforma delle Pensioni anticipate con l'uscita a quota 100, ipotesi di prepensionamento portata avanti soprattutto dai due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Le ultime novità riguardanti il ritorno alle pensioni di anzianità con il meccanismo delle quote riguarderebbero i requisiti di uscita e il taglio da applicare alle pensioni anticipate rispetto all'età della vecchiaia, prevista dalla riforma Fornero a 67 anni a partire dal 1° gennaio 2019. Tre, pertanto, potrebbero essere le direttive nell'applicazione della pensione anticipata a quota 100: l'età limite a partire dai 62 anni, mentre per i contributi il minimo potrebbe essere di 36 anni; il metodo contributivo con il quale ricalcolare le pensioni per gli anni dal 1996 ad oggi e il taglio dell'assegno di pensione da applicare negli anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.
Pensioni anticipate a quota 100: requisiti di uscita e combinazioni età-contributi dal 2019
La riforma delle pensioni, dunque, consentirà l'uscita anticipata attraverso la quota 100 rispetto ai requisiti vigenti relativi sia per le pensioni anticipate che per quelle di vecchiaia. Per uscire da lavoro con la quota 100 occorrerà sommare l'età agli anni di contributi per arrivare, appunto, a 100, ma con alcuni paletti: l'età minima non dovrà essere al di sotto dei 62 anni, mentre i contributi dovranno essere non meno di 36 (o 37). Le combinazioni possibili, dunque, potrebbero essere tre: età di 62 e 38 di contributi, 63+37 e 64+36. E' importante sottolineare che si volesse andare in pensione a 65 anni, occorrerebbero sempre 36 anni di contributi Inps.
Secondo le stime pubblicate dal Corriere della Sera, con questi requisiti la quota 100 permetterebbe la pensione anticipata a 433 mila contribuenti nel 2019, per un costo totale di 8 miliardi e 600 milioni di euro.
Quota 100 e decurtazioni per pensione anticipata: tre ipotesi di taglio delle pensioni
Particolare atteso è il ricalcolo con il metodo contributivo da applicare a chi scelga di andare in pensione anticipata con quota 100.
Secondo le ultime novità, infatti, le pensioni a quota 100 potrebbero essere ricalcolate con il meno vantaggioso sistema contributivo per i versamenti che siano stati effettuati dal 1996 ad oggi. Seguendo questo metodi di calcolo, le pensioni potrebbero essere tagliate mediamente del 10-15 per cento, ma non mancano le ipotesi alternative.
La prima prevede che venga applicata una decurtazione temporanea della pensione, con un taglio che andrebbe dall'1 all'1,5 per cento per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia, cioè rispetto ai 67 anni. Per il beneficio massimo della quota 100, ovvero l'uscita a 62 anni, la decurtazione sarebbe compresa tra il 5 ed il 7,5 per cento. Questa penalizzazione verrebbe eliminata al compimento proprio dei 67 anni. La seconda ipotesi, invece, prevede una decurtazione permanente, anche se più bassa. In questo caso, i tecnici della Lega starebbero pensando allo 0,5 per cento per ogni anno di anticipo, ma si potrebbe arrivare anche all'1 per cento.