L’esecutivo Conte ieri sera, con un Consiglio dei Ministri davvero importante, ha di fatto dato il via libera alla legge di Bilancio per il 2019 ed al suo collegato, il decreto fiscale. Numerose novità e numerosi provvedimenti molto attesi sono stati confermati nel ddl di Bilancio. Per la previdenza sociale la grande novità è rappresentata sicuramente dalla quota 100, la misura di flessibilità pensionistica che partirà il prossimo febbraio. Ma non c’è solo quota 100, perché da una nota dell’agenzia di stampa Ansa sembra che anche la proroga di "Opzione Donna" sia entrata nella legge di Bilancio che il CDM ha approvato.

L’Ansa riporta quanto indicato in un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi e pertanto la notizia ha i crismi dell’ufficialità. Cos’è Opzione Donna? Vediamo come funziona la misura che molte donne attendevano e che è stata già sperimentata anni fa.

Opzione donna ieri e domani

I provvedimenti introdotti rappresentano un regime sperimentale che consente alle lavoratrici di andare in pensione con discreto anticipo rispetto alle soglie dei requisiti previdenziali oggi necessari. L' "Opzione Donna" è una pensione di anzianità agevolata dal punto di vista dei requisiti di accesso ed è stata varata per la prima volta da un governo Berlusconi e dal Ministro Maroni. Le donne, grazie a quest'opzione, possono pensionarsi anticipatamente in cambio del ricalcolo contributivo del proprio assegno previdenziale.

La vecchia versione della misura prevedeva che, alla data del 31 dicembre 2015, le lavoratrici avessero completato i 57 anni di età e 35 di contributi. Per le lavoratrici autonome, l’età da minima prevista saliva a 58 anni. Quella che adesso è conosciuta come Proroga Opzione Donna 2019, cioè la misura che il governo ha deciso di inserire in manovra, presenta la stessa soglia minima di contribuzione previdenziale versata, ma con un’età leggermente maggiore.

Infatti per le lavoratrici dipendenti l’età da raggiungere sarà di 58 anni mentre per professioniste, commercianti ed autonome in genere, l’età sale a 59 anni.

Il ricalcolo contributivo

Con la proroga di "Opzione Donna" restano tutti i vincoli che rendono la misura vantaggiosa in ordine alla data di uscita dal lavoro, ma svantaggiosa e penalizzante in termini di importi delle Pensioni.

In cambio dell’uscita anticipata dal lavoro, che nel 2019 sarà prevista a 67 anni per la pensione di vecchiaia ed a 42 anni e 3 mesi di contributi per la pensione anticipata (per gli uomini ancora un anno in più, cioè 43 anni e 3 mesi) il trattamento economico spettante prevede il sistema di calcolo contributivo. In pratica la pensione è calcolata interamente sui contributi effettivamente accreditati e versati e non sulle ultime retribuzioni come prevede il calcolo retributivo e secondo un modello al quale molte lavoratrici avrebbero diritto. La penalizzazione è variabile da lavoratrice a lavoratrice, e come in passato, in media è tra il 25 ed il 35 per cento.