Quota 100 è la possibile nuova misura che potrebbe allargare i paletti della Fornero, permettendo di andare in pensione già a a 64 anni (a patto di averne trentasei di contributi e che la somma faccia, per l'appunto, 100). Lega e Movimento Cinque Stelle la vogliono con forza, sono pronte a varare una manovra che la contempli, anche prendendosi dei rischi. Il superamento della Legge Fornero è una sorta di patto firmato col sangue con un elettorato che li ha resi i maggiori partiti italiani. C'è voglia di non tradire la fiducia degli elettori, ma anche il parere contrario di molti, tra cui il presidente dell'Inps Tito Boeri.

Più volte si è assistito a piccati botta e risposta con Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Durante un’audizione alla Commissione Lavoro alla Camera, come spesso gli capita, ha fornito dei numeri, con la differenza che stavolta viene tirato in ballo un esempio che riguarda i singoli cittadini.

Boeri cita l'esempio degli statali

A lungo si è dibattuto del fatto che l'eventuale adozione di Quota 100 può rappresentare un sistema per anticipare il pensionamento di molti lavoratori rispetto alla Legge Fornero. Non si è forse parlato abbastanza di quanto potrebbero cambiare gli assegni pensionistici. Il primo a farlo in maniera decisa è proprio il numero uno dell'ente previdenziale che lancia un allarme non da poco.

Boeri, infatti, ha evidenziato che qualora si desse la possibilità ad un lavoratore statale di andare in pensione a 62 anni, con 38 di contributi, si rischierebbe di assistere ad assegni previdenziali decisamente più magri rispetto alla norma attuale. A quanto pare, secondo i calcoli, rivelati dal presidente dell'Inps oggi un dipendente pubblico che va in pensione a 67 anni beneficia di un assegno che sarebbe di cinquecento euro in più rispetto a quanto potrebbe accadere con un'eventuale adozione di Quota 100.

Salvini e Di Maio vanno per la loro strada

Boeri ha parlato di una spesa pensionistica di 140 miliardi in più nei prossimi dieci anni. Lega e Movimento Cinque Stelle non hanno risparmiato toni duri nei confronti di Tito Boeri. La sensazione è che Matteo Salvini e Luigi Di Maio, indipendentemente da quelle che sono le notazioni del numero uno dell'Inps, non indietreggeranno rispetto alla loro necessità di superare la Legge Fornero.

Mandare in pensione tanti lavoratori viene anche ritenuta l'opportunità per lasciare tante caselle vacanti che, nel mondo del lavoro, potrebbero essere occupate da tanti giovani in cerca di occupazione.