Il provvedimento legato alla Quota 100 non sarà contenuto nella nuova Legge di Bilancio che entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio bensì in un decreto ad hoc che dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2019. Come anticipato più volte, il sistema della Quota 100 sarà strutturato con le finestre trimestrali la prima delle quali si dovrebbe aprire ad aprile.

Nove mesi di attesa per gli statali

Non circolano buone notizie circa il pensionamento dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. Difatti, stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Sole 24 Ore", dovranno attendere ulteriori nove mesi per l'accesso al pensionamento anticipato con il meccanismo di Quota 100.

Dopo il raggiungimento dei requisiti fissati a 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi, i dipendenti del settore pubblico potrebbero percepire il primo assegno solo dopo nove mesi visto che saranno costretti ad attendere l'apertura della finestra. Per loro, il Governo giallo-verde ha previsto solo due finestre che si apriranno ogni anno.

Stando a quanto riportato da "Il Sole 24 Ore", l'ulteriore slittamento della data di decorrenza della pensione per gli statali è dovuto al fatto che il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno teme uno 'svuotamento' degli uffici a causa del turnover che si creerebbe a partire dal prossimo anno a seguito delle uscite anticipate.

Dopo il primo ciclo di pensionamenti previsti nella Pubblica Amministrazione a nove mesi dalla maturazione dei requisiti minimi per l'addio al lavoro, si tornerà alle due finestre mobili semestrali. Cosa assai diversa per i lavoratori del settore privato che, invece, potranno contare su quattro finestre di uscita. Il disegno di legge dovrà essere presentato entro il prossimo gennaio anche se la volontà dell'esecutivo è di presentarlo prima.

Probabile inclusione del contributo di solidarietà nel ddl pensioni

Non è escluso, che all'interno del ddl sarà contenuta la misura riguardante il contributo di solidarietà da applicare alle Pensioni d'oro. Si ipotizzano cinque diverse aliquote che variano in base alla pensione percepita: si parte dall'8-10% per gli assegni fino a 130 mila euro lordi, 12-14% fino a 200 mila, 14-16% per i trattamenti fino a 350 mila, 16-18% per gli assegni fino a 500 mila euro lordi annui e, infine, il 20% da applicarsi alle pensioni di oltre un milione e mezzo di euro. I risparmi ottenuti da questi provvedimenti andranno a confluire nel Fondo istituito presso il Ministero del Lavoro per finanziare altri interventi assistenziali a favore delle categorie più deboli.