La riforma delle Pensioni con l’annunciata Quota 100 non sarà inclusa nella legge di Bilancio che il governo presenterà alle Camere nei prossimi giorni. E’ quanto filtra dalla prime indiscrezioni sulla bozza della legge che i tecnici del governo stanno elaborando e che dovrebbe contenere, secondo quanto riportato dalle principali agenzie di stampa, solo la copertura economica necessaria all’istituzione della Quota 100, lasciando l’introduzione della stessa ad un successivo e più dettagliato disegno di legge. Stessa sorte sarà molto probabilmente riservata al capitolo sul reddito di cittadinanza.
Pensioni Quota 100, serve più tempo per i dettagli della riforma delle pensioni
Il testo della legge di Bilancio sul quale sarà chiamato ad esprimersi il Parlamento non conterrà, quindi, i due capitoli più delicati della manovra, vale a dire quello sulla riforma delle pensioni e quello sul reddito di cittadinanza. Nella legge saranno comunque previste le relative coperture con l'istituzione di due fondi specifici, uno da 9 miliardi per il reddito di cittadinanza e uno di 6,7 miliardi, che diventeranno 7 a partire dal 2020, per le pensioni.
Il governo ritiene quindi che per le misure in questione occorra più tempo per studiare a fondo tutti i dettagli per la loro introduzione, riservandosi di dedicare ai cavalli di battaglia di Lega e Movimento 5 Stelle due appositi disegni di legge che viaggeranno separatamente dalla legge di Bilancio.
Particolarmente complessa appare la situazione relativa all’istituzione della Quota 100, per la quale ci sarà da valutare l’apertura di diverse finestre di accesso alla pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, prevedendo inoltre una serie di paletti per evitare distorsioni e disparità di trattamento tra diverse categorie.
Quota 100, si studiano i paletti per ridurre la spesa
Tra i paletti già ipotizzabili per l’accesso alla Quota 100, il divieto di cumulo pensione/reddito nei 24 mesi successivi alla data di pensionamento, questo per non vanificare il ricambio generazionale che è uno degli obiettivi che il governo di propone di realizzare con la riforma delle pensioni.
Una novità alla quale il governo starebbe lavorare è quella di escludere dalla Quota 100 i lavoratori che hanno usufruito dell’isopensione, dove i contributi per il raggiungimento dell’età pensionabile, ricordiamo, sono a carico dell’azienda.
Un capitolo a parte dovrebbe essere poi riservato ai dipendenti pubblici, visto che la riforma delle pensioni rischia di provocare uno spopolamento degli uffici pubblici, in particolare nei settori della Sanità e della Scuola. Una soluzione potrebbe essere quella di disincentivare l’accesso alla Quota 100 attraverso penalizzazioni come quella di portare fino a 5 anni i termini per il pagamento del TFR, versando la somma dovuta solo al compimento dei 67 anni. Un’altra possibilità allo studio sarebbe quella di erogare la somma ricorrendo a un anticipo bancario che verrebbe poi restituito, dal Tesoro stesso, in 5 anni.