"Andate a dirlo a chi definisce maschilista questa riforma delle Pensioni; riattiviamo un programma che non era stato attivato per anni che si chiama opzione donna". Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio rispondendo alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell'Inps Tito Boeri. L'esecutivo giallo-verde, infatti, avrebbe dato il via libera alla proroga dell'Opzione Donna e starebbe tuttora valutando l'ipotesi di ridurre la finestra a 9 mesi per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Governo dà il via libera all'Opzione Donna

L'economista milanese ha criticato il pacchetto pensioni affermando che nella nuova Legge di Stabilità vengono indicati solo i fondi anche se resta ancora tutto da scrivere. "C'è un segnale di maschilismo", ha spiegato Boeri; Cosa che non è piaciuta affatto al vicepremier pentastellato Di Maio che, a margine dell'Expo tenutosi a Shangai, ha annunciato che il Governo ha provveduto a dare il via libera alla proroga del regime sperimentale donna che renderebbe più semplice l'uscita anticipata delle lavoratrici che sono in possesso di almeno almeno 57 anni e 7 mesi di età anagrafica (per le lavoratrici dipendenti) e 58 anni e 7 mesi di età in caso di lavoratrici autonome, unitamente al versamento di 35 anni di contributi effettivi.

Un passo decisamente fondamentale che rende più semplice l'accesso al pensionamento delle lavoratrici che hanno dovuto fare i conti con le rigide norme della Riforma Fornero. Secondo lo stesso Di Maio, senza l'intervento sulle pensioni, occorrerebbero almeno 67 anni di età (unitamente a 20 anni di contributi, n.d.r.) per l'accesso alla pensione di vecchiaia impedendo il cosiddetto ricambio generazionale.

L'esecutivo studia la riduzione della finestra a 9 mesi per gli statali

Intanto, i tecnici di Palazzo Chigi, sono ancora al lavoro per decidere se adottare il provvedimento ad hoc o un nuovo emendamento per introdurre Quota 100 nel sistema previdenziale italiano. Stando a quanto affermato dal quotidiano "Il Messaggero", il Governo Conte avrebbe confermato il sistema delle finestre.

Per i dipendenti del settore pubblico verrebbe richiesta la finestra di un anno per garantire la continuità amministrativa. L'Esecutivo, tuttavia, sta valutando l'ipotesi di ridurre la finestra a 9 mesi, fermo restando la finestra di un anno per il comparto scuola e le quattro finestre trimestrali per i dipendenti del settore privato.