Ieri 5 novembre anche in Cina si è parlato del reddito di cittadinanza. In occasione di un viaggio istituzionale a Pechino, di Di Maio, leader del M5S e Vice Premier ha spiegato il funzionamento della misura che resta sempre un suo cavallo di battaglia. Il reddito di cittadinanza partirà nei primi mesi del 2019 come confermato proprio da dal Vice premier e come continuano a ripetere gli esponenti del suo partito sui vari blog in rete. La misura interesserà 4,5 milioni di persone che verranno scelte non in base alle dichiarazioni dei redditi ma in base all’Isee.

Per percepire il benefit infatti, oltre al reddito da lavoro, inciderà anche la situazione patrimoniale delle famiglie, sia per i titoli immobiliari che per quelli mobiliari posseduti. La misura, che non è entrata nella legge di Bilancio, verrà predisposta con un decreto collegato alla legge di Bilancio, probabilmente emanato per Natale. Un articolo del "Sole 24 Ore" spiega nel dettaglio la misura così come sta per essere varata.

I beneficiari

A chi si rivolge il reddito di cittadinanza è domanda comune a molti. Il perimetro di applicazione di questa misura di contrasto alla povertà è quella dei soggetti maggiorenni che si trovano in condizione di povertà e disagio, che sono disoccupati e che in linea di massima vivono sotto i 780 euro al mese.

Questo importo infatti è quello che segna il limite al di sotto del quale per l’Istat è la soglia di povertà assoluta. La misura dovrebbe essere valida anche per stranieri che da 5 anni sono regolarmente e continuativamente residenti nel territorio italiano e per i pensionati con assegni sotto la soglia Istat (per questi ultimi si parla di pensione di cittadinanza).

Isee e calcolo

Come dicevamo in premessa, l’indicatore della situazione economica equivalente, cioè l’Isee, sarà il riferimento da tenere in considerazione nella fase di assegnazione del benefit. Si ipotizza un limite pari a 9.360 euro, questa la soglia Isee da non oltrepassare. L’Isee a differenza delle comuni dichiarazioni dei redditi prevede un calcolo della situazione familiare oltre che reddituale anche patrimoniale, con gli immobili di proprietà del nucleo familiare e con i soldi a qualsiasi titolo depositati in banca o alle Poste da ciascun componente.

Per i possibili beneficiari che hanno una casa di proprietà adibita ad abitazione principale, secondo le indiscrezioni, il sussidio sarebbe ridotto di 280 euro, scendendo a 500 euro al mese. Una riduzione addebitabile al cosiddetto affitto presunto. Il reddito di cittadinanza presenterà importi differenti a seconda del numero di componenti il nucleo familiare, arrivando a 1.170 euro al mese per famiglie composte da 5 o più persone.

Erogazione e spese fattibili

Come si fa domanda per il reddito di cittadinanza, questo il quesito che adesso molti cittadini si pongono. Solo il decreto, una volta predisposto farà chiarezza sull’argomento. Stando alle ultime notizie confermate, sembra che non ci sarà necessità di presentare istanza, perché sarà lo Stato a intercettare le famiglie ed i soggetti bisognosi di aiuto e ad erogargli il sussidio.

Lo confermò durante una manifestazione pentastellata, il viceministro dell’Economia, Laura Castelli. Il sussidio poi dovrebbe essere erogato mensilmente su una carta magnetica simile alle comuni carte di credito. Un meccanismo che andrebbe a facilitare le erogazioni e le riscossioni e che permetterebbe allo Stato di controllare il tipo di spesa che i fruitori metteranno in atto. Infatti sembra che i soldi provenienti dal reddito di cittadinanza potranno essere spesi solo per prodotti di necessità e non per vizi e beni frivoli.

Obblighi dei fruitori del sussidio

La durata del reddito di cittadinanza sarà di 18 mesi durante i quali i percettori del benefit dovranno partecipare ai corsi di formazione e riqualificazione lavorativa che i centri per l’impiego metteranno in atto, con singoli programmi per ciascun beneficiario.

Questi ultimi dovranno obbligatoriamente partecipare ai programmi predisposti dagli uffici di collocamento, dedicare 8 ore a settimana a lavori di pubblica utilità al servizio del proprio comune di residenza ed accettare una delle 3 Offerte di lavoro che i centri per l’impiego offriranno loro. Spese possibili, frequentazione dei corsi, accettazione delle offerte e veridicità dei dati Isee sono i fattori che l’esecutivo considererà nella fase di controllo. La misura grazie all’incrocio delle banche dati tra uffici di collocamento, Inps, Agenzia delle Entrate, comuni e sistema bancario, sarà nella massima trasparenza dalla fase di assegnazione ai disagiati e fino alla fase della spesa de danaro erogato.