Si delinea sempre più la situazione relativa alla quota 100, la misura che permetterà a circa 400 mila persone di poter uscire dal mondo del lavoro. Questo ad oggi, seppur manchi ancora un decreto ad hoc con le specifiche, pare l’unico provvedimento su cui il Governo non intende indietreggiare nonostante la bocciatura della manovra da parte della Commissione europea. Dopo l’incontro di sabato tra Conte e Juncker, si starebbero delineando le prime mosse dell’esecutivo che riguardano appunto l'ormai famosa quota 100, al fine di poterla rendere maggiormente appetibile alla Commissione Europea.
Ma a quali paletti dovranno sottostare quanti opteranno per l'uscita anticipata quota 100 dal 2019? I dettagli al 27/11.
Pensioni 2019, tre i paletti: età, anni di contributi e divieto cumulo
Due paletti sono ormai quelli noti ai più, uno è riferito all'età minima contributiva necessaria per accedere alla quota 100: ossia 38 anni di contributi, l’altro è relativo all'età anagrafica, sono necessari almeno 62 anni. Ragione per cui chi avrà 63 anni e 37 di contributi nel 2019, dovrà lavorare ancora un anno per poter centrare i 38 anni di contributi richiesti, pur avendo come somma già quota 100. Stessa sorte per chi ha 40 anni di contributi alle spalle e 60 d’età, che non potrà accedervi se non raggiungendo i 62 anni.
Dunque è ormai chiaro che la quota 100 non è la semplice somma di età anagrafica e contributiva, come all'inizio si era creduto, i paletti sono 2 e sono imprescindibili, 62+38. Inoltre vi sarà un terzo paletto, il divieto di cumulo tra reddito da lavoro e pensione: in buona sostanza chi riuscirà ad entrare tra i beneficiari dell’uscita anticipata con quota 100 non potrà, per differenti anni, cumulare redditi derivanti da collaborazioni lavorative extra post pensione.
Nello specifico il divieto sarà proporzionale agli anni di anticipo richiesti, ragione per cui varierà da un minimo di 1 anno, per chi accederà alla quota 100 dai 66 anni, fino ad un massimo di 5 anni, per chi accederà godendo di tutto l’anticipo pensionistico, ossia accedendo dai 62 anni anziché dai 67 anni. Il meccanismo di quota 100 porterà con sé le finestre mobili: il Governo sta infatti pensando (per limare i costi) di far slittare l’inizio della misura ad aprile 2019.
Pensioni 2019 e quota 100: rispuntano le finestre
Il provvedimento dovrebbe essere operativo da aprile, le finestre per poter accedere alla quiescenza saranno mobili e trimestrali per i dipendenti privati, per un totale di 4 l’anno, mentre per i dipendenti pubblici saranno semestrali, dunque scenderanno a 2. Invece, per gli impiegati nel settore scolastico è prevista una sola finestra a settembre. Con questo meccanismo di partenza ritardata del provvedimento e scaglionamento delle uscite il governo conta di poter risparmiare 1,6 miliardi da dirottare, come chiede l’Europa, verso gli investimenti.