"In nessun paese civile ci sono le finestre, perchè quando maturi il diritto a pensione è giusto che venga pagata subito", lo ha dichiarato il consigliere economico della Lega Alberto Brambilla che avrebbe manifestato tutta la sua contrarietà al sistema del pensionamento anticipato con il meccanismo delle finestre ipotizzato dall'esecutivo.
Il Governo, intanto, continua la sua trattativa con la Commissione Europea al fine di riceve una risposta positiva sulla nuova manovra finanziaria con l'obiettivo principale di ridurre il rapporto deficit/Pil a 2,04 %.
Stando ai numeri dell'esecutivo giallo.verde, infatti, il sistema delle quote potrebbe costare circa 4,7 miliardi di euro per il primo anno di applicazione rispetto ai 6,7 miliardi stanziati dalla Legge di Stabilità.
Brambilla contrario al sistema delle finestre
A confermarlo è sempre l'esperto di previdenza Brambilla che ha commentato negativamente l'ipotesi riguardante l'entrata in vigore della Quota 100 solo per un triennio: in questo caso il numero delle domande di pensionamento potrebbe aumentare visto che non tutti riuscirebbero ad accaparrarsi l'uscita anticipata ma per rallentare le uscite, il Governo ha previsto l'introduzione di alcuni paletti come il divieto di cumulo fra i redditi di pensione e altri redditi da lavoro o addirittura l'introduzione delle finestre trimestrali che consentiranno a migliaia di lavoratori di lasciare anticipatamente l'attività lavoatriva solo a partire dalla prossima primavera.
Nuova ipotesi di uscita a 64 anni
Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Corriere della Sera"; infatti, l'ipotesi lanciata dal Governo Conte non convince Alberto Brambilla che, invece, ha proposto una soluzione alternativa riguardante l'uscita anticipata per tutti i lavoratori che hanno perfezionato 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi da almeno due anni con lo scopo di ridurre il numero dei potenziali beneficiari e nel contempo abbassare la spesa previdenziale.
Con la proposta lanciata dallo stesso Brambilla, infatti, si darebbe la precedenza ai lavoratori bloccati dalle rigide norme lanciate dalla precedente Riforma Fornero. A partire dal 2021, invece, si pensa all'uscita dopo il raggiungimento dei 64 anni di età accompagnati da 39 anni di contribuzione effettiva fino a 71 anni di età. Un'ipotesi che però non convince le varie forze politiche e lo stesso esecutivo che sembra aver scelto di continuare con la Quota 100 'tradizionale'.