Diminuzioni di assegno e penalizzazioni sono al momento gli argomenti più chiacchierati poiché sono strettamente legati alla Quota 100 che è una delle più importanti novità introdotte dal Governo. All'interno di questa misura non c'è presenza di alcuna penalizzazione come più volte è stato affermato da politici vicini all'argomento 'Pensioni'. Le retribuzioni erogate con la famosa Quota 100 saranno però di importo minore rispetto a quelle a cui verrà applicata la Legge Fornero.

Tale concetto è stato più volte ribadito dai detrattori del provvedimento.

Inoltre, la famosa testata giornalistica "Sole 24 Ore" ha sottolineato che chi accederà al nuovo meccanismo previdenziale subirà un taglio dell'importo fino al 25%. La Quota 100 è una misura facoltativa poiché in questo caso sarà il lavoratore a scegliere se continuare a lavorare o fare utilizzo dell'anticipo offerto.

Optare quindi per questa 'riforma' potrebbe non essere un vantaggio per tutti, poiché potrebbe comportare la diminuzione di molti compensi, in particolare per molti lavoratori che appartengono al gruppo di destinatari del nuovo canale di uscita.

Elementi e Contributi

Le retribuzioni di anzianità in Italia si calcolano in base al numero di anni in cui il lavoratore ha 'contribuito' versando durante la sua vita una certa cifra di denaro.

Il totale di questi contributi formano il 'pilastro contributivo' che deve successivamente essere trasformato in pensione. Nonostante Quota 100 non comporti delle penalizzazioni, ogni lavoratore pensionato che la sceglie percepirà un compenso inferiore rispetto a quello di coloro che sceglieranno di lavorare fino alla data prestabilita dalla Legge Fornero.

Terminare la propria carriera lavorativa a 62 anni significa versare circa cinque anni in meno, sia facendo riferimento alla pensione di vecchiaia a 67 anni che a quella anticipata a quasi 43 anni di contributi.

Divieto di cumulo e finestre

Coloro che sceglieranno la nuova opzione per uscire dal mondo del lavoro, dovranno considerare che verrà percepita una pensione contenente un importo minore rispetto a quello che avevano immaginato prima dell'introduzione della nuova riforma.

Per tutte le persone che hanno superato i 62 anni di età, il vantaggio si fa sempre più piccolo poiché non sono ancora stati completati i 38 anni di contributi necessari.

Al tempo stesso, chi è troppo giovane, ma ha già versato il numero di contributi richiesti potrebbe scegliere facoltativamente di terminare la propria carriera a 42 anni e 10 mesi secondo la Legge Fornero. Si parla quindi di soluzioni che potrebbero consentire ai cittadini di ottenere una pensione più consistente restando a lavoro per un tempo prolungato.

Affianco a tale svantaggio si deve aggiungere il fattore legato alle finestre di uscita che riducono in questo caso l'agevolazione dell'anticipo.

La pensione non potrà dunque essere arrotondata per eccesso con altri redditi da lavoro, poiché gli unici che possono essere cumulati saranno di max. 5.000 euro ogni anno e provenienti da lavoro autonomo temporaneo.