Il tema della pensione fa molto discutere, soprattutto in merito ai requisiti necessari per potere beneficiare delle nuove forma di uscita dal mondo del lavoro introdotte con la Legge di Bilancio del governo giallo-verde. Facciamo riferimento a quota 100, fortemente voluta dal Leader del Carroccio. A breve si attende il via libera, che dovrebbe avvenire già in questa settimana. Probabili tagli sull'assegno previdenziale dei beneficiari di quota 100, questo è ciò che abbiamo potuto appurare grazie al quotidiano Il Corriere della Sera.
Quota 100: beneficiari avranno un assegno decurtato
Il testo del decreto legge contiene anche la famosa quota 100. Questa nuova forma di uscita dal mondo del lavoro sarà un regime sperimentale della durata di 36 mesi e permetterà l'accesso alla pensione tramite finestre che si 'apriranno' ogni 90 giorni. In linea con le informazioni che è possibile reperire grazie al quotidiano Il Corriere della Sera, nella bozza del decreto sono previsti anche tagli sull'assegno previdenziale dei beneficiari di quota 100. L’assegno pensione subirà una decurtazione che potrebbe superare il 30% dell'importo totale: l'assegno pensionistico verrà erogato per un lasso di tempo maggiore, ma avrà un importo minore.
Se i requisiti per accedere a quota 100 saranno perfezionati entro la fine del 2018, i beneficiari potranno percepire il trattamento previdenziale già dall'inizio del secondo trimestre del 2019. I lavoratori statali che perfezioneranno i requisiti entro la fine del primo trimestre 2019 potranno accedere alla pensione il 1° luglio.
Quota 100: differenze tra Nord e Sud
Il Governo si confronterà a breve in Consiglio dei Ministri in merito alla bozza del nuovo decreto con il quale si darà finalmente il via al pacchetto previdenziale. Secondo il Segretario confederale della UIL Domenico Proietti, la quota 100 è una forma di uscita dal mondo del lavoro per chi lavora al nord, ma non per chi lavora al sud.
Nel sud della nostra penisola - secondo il segretario confederale - è più difficile raggiungere 38 anni di contributi poiché il lavoro non è sempre continuativo e difficile è averne, quindi, uno stabile. Le più colpite sarebbero le donne, probabilmente a causa della disparità tra i due sessi, che ancora sussiste nel nostro paese. Sicuramente la probabilità di tagli sull'assegno previdenziale dei beneficiari di quota 100 rappresenta un altro punto a sfavore della riforma.