Tito Boeri non è più il Presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e sarà compito dell'esecutivo giallo-verde fare il nome di chi prenderà posto ai piani più alti dell'Inps. Stando a quanto riporta "Il Giornale", però, tutto resta rinviato e si potrebbe dare il via libera alla nomina solo dopo il voto del decretone.

Durigon: 'Nomina del Cda dopo il voto del decreto'

"Nei prossimi giorni troveremo l'opportunità di nominare un commissario subito, appena il decreto sarà votato", ha spiegato il sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon sottolineando che sarà necessario provvedere alla nomina di tutto il Consiglio di Amministrazione e del nuovo Presidente.

Tra i nomi più caldi, sono spiccati quelli di Mauro Nori che potrebbe ricoprire la carica di Presidente e quello di Pasquale Tridico che, invece, potrebbe essere il vice. Tuttavia, gli accordi sarebbero saltati e si pensa alla nomina del dirigente del Ministero del Lavoro Paolo Reboani.

Intanto, entro fine mese l'Inps dovrà approvare il Bilancio 2019 e creare delle poste per le nuove norme in materia previdenziali come quota 100 e reddito di cittadinanza contenute nel decretone tuttora in esame al Senato. E' questo, quello che maggiormente preoccupa gli aspiranti pensionandi che si accingono a richiedere il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi visto che, già è possibile presentare domanda e con un cambio di rotta potrebbero riscontrarsi delle problematiche per la presentazione delle istanze.

Difatti, serve continuità visto che fra non molto partirà anche la macchina del reddito di cittadinanza e gli sportelli Inps saranno intasati di domande.

Il decretone continua il suo iter al Senato

Resta probabile che l'esecutivo potrebbe optare per la gestione commissariale rinviando la nomina della governance a dopo il voto del maxi decreto unico da parte del Parlamento e alla successiva conversione in legge definitiva.

Tuttavia, fonti rassicuranti del Governo affermano che il sistema di pensionamento anticipato con Quota 100 e reddito di cittadinanza sbandierato dal Movimento 5 Stelle non sono a rischio e il cosiddetto decretone continua il suo iter parlamentare: in Commissione Lavoro al Senato ci sono più di 1.500 emendamenti avanzati dalle varie forze politiche da esaminare sui quali il Governo Conte dovrà dare una risposta.