Le domande di prepensionamento con il famigerato meccanismo della Quota 100 sono arrivate a circa 24 mila con una maggiore affluenza nel Sud Italia mentre il Fondo Monetario Internazionale avanza le sue critiche verso le misure bandiera contenute nel maxi decreto che al momento è in Senato per la conversione legge. Le polemiche sono accese anche dalle tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil visto che, dal canto loro, la Quota 100 voluta dalla Lega potrebbe essere insufficiente a garantire a tutti una copertura previdenziale.

Quota 100 non basta

"Il sistema di pensionamento anticipato costituisce un'opportunità per lavoratori con carriere continue e strutturate, ma sarà meno accessibile per i lavoratori del Centro Sud e del tutto insufficiente per le donne", è questo l'allarme lanciato dalle parti sociali che chiedono l'ampliamento della platea dei potenziali beneficiari al fine di garantire il pensionamento a tutte le categorie di lavoratori.

Alla misura, infatti, vengono esclusi anche i lavoratori con carriere discontinue e che molto spesso svolgono attività lavorativa stagionale oltre a quelli provenienti dal settore agricolo e dell'edilizia i quali faranno fatica a raggiungere i 38 anni di anzianità contributiva.

I sindacati chiedono riforma strutturale

E' questo il motivo che spinge Cgil, Cisl e Uil a chiedere una riforma strutturale che possa eliminare i vincoli che rendono difficoltoso il prepensionamento. Quota 41, infatti, potrebbe essere la misura giusta per garantire ad una platea più ampia il diritto a pensione anche se occorrerebbe intervenire anche con l'abrogazione degli scatti automatici agganciati alla speranza di vita che, stando al parere dei sindacati dovrebbe essere riconosciuto anche per la pensione di vecchiaia.

Tra le richieste delle parti sociali, anche il ripristino della rivalutazione degli assegni previdenziali oltre alla distinzione della gravosità delle mansioni lavorative svolte dagli aspiranti pensionandi visto che si tratta di un elemento che incide non di poco sull'aspettativa di vita dei lavoratori. non è esclusa, infatti, la possibilità di riapertura di un tavolo di confronto che possa studiare le varie attività considerate gravose ai fini previdenziali.

Infine, si pensa anche alla resa strutturale del cosiddetto Ape Sociale entrato come una misura in via sperimentale e che è stata confermata nuovamente dal Governo Conte a favore degli ultra 63 anni con almeno 30 anni di contribuzione.