Il reddito di cittadinanza divide. Da una parte c’è chi, come il governo gialloverde, soprattutto nella componente M5S, lo difende a spada tratta. Dall’altra si schiera naturalmente l’opposizione politica, ma anche diversi ‘poteri forti’, come nel caso del presidente dell’Inps Tito Boeri, e del direttore dell’area welfare di Confindustria Pierangelo Albini, che considerano la cifra di 780 euro stabilita per i fruitori del reddito talmente alta da scoraggiarne la ricerca di lavoro. Contro questa tesi si schiera senza mezze misure Diego Fusaro, il pensatore di formazione marxista, definito come ‘sovranista’ dai critici, secondo il quale Boeri non sarebbe altro che “l’aedo della mondializzazione liberista”, schierato con le imprese, letteralmente impaurite dall’introduzione del reddito di cittadinanza, perché le costringerebbe ad alzare gli attuali salari dei lavoratori.

780 euro sono troppi per Boeri e Confindustria: l’ira di Fusaro

Diego Fusaro non ha gradito l’intervento di Tito Boeri, ospite l’altra sera di Otto e Mezzo e, qualche giorno prima, audito in commissione Lavoro al Senato, insieme al direttore dell’area Welfare di Confindustria, Pierangelo Albini. Secondo la Confederazione dei ‘padroni’ dell’industria, difesi dal presidente dell’Inps, i 780 euro garantiti dal reddito di cittadinanza voluto dal M5S rischiano di fare concorrenza sleale alle aziende e anche di scoraggiare la ricerca di un impiego da parte dei disoccupati. Una cifra troppo alta, insomma. Parole che suonano come una bestemmia per Fusaro che, infatti, decide di replicare, prima dagli studi de L’aria che tira e, successivamente, con un articolo scritto nella sua rubrica tenuta su affaritaliani.it.

Diego Fusaro attacca il presidente Inps: ‘Ha detto che il reddito di cittadinanza fa concorrenza sleale a chi lavora per 500 euro’

“Il reddito di cittadinanza non è la panacea universale - afferma Diego Fusaro, ospite di Myrta Merlino, conduttrice de L’aria che tira su La7 - tuttavia è una soluzione temporanea in attesa della ripartenza del lavoro.

Perché le classi lavoratrici per ora disoccupate devono anche arrivare a fine mese evidentemente. In questi giorni Tito Boeri ha detto che praticamente con il reddito di cittadinanza si fa concorrenza sleale a chi, magari lavorando tutto il mese, prende 500 euro. Ma questo scusatemi è proprio il contrario - si infervora il filosofo - è il discorso delle classi dominanti questo.

Diventa semmai un argomento per alzare i salari oltre quella cifra, non per togliere il reddito di cittadinanza e sottopagare chi è sottopagato a 500 euro al mese. Diventa una sorta di reddito minimo garantito sotto il quale non si potrà più andare. Cioè, chi lavora a 500 euro, che è indecoroso, dovrà di necessità essere portato almeno a 750, ma anche più evidentemente. Diventa un reddito minimo garantito, diventa uno strumento dal basso delle classi lavoratrici per alzare la potenza del lavoro contro il capitale, questo dovrebbe essere evidente. E il fatto che Tito Boeri, noto aedo della mondializzazione dei mercati, sia contro il reddito di cittadinanza, dovrebbe essere un argomento abbastanza solido per dirci che questo strumento è qualcosa di buono che aiuta i lavoratori”.